Gruppo di Lettura: Rebel di Alwyn Hamilton (capitoli 21-25)
Eccoci pronte per la quinta tappa
del gruppo di lettura. Questa volta partecipa alla lettura solo Patrizia,
quindi io vi saluto subito e lascio la parola a lei. Da quanto ho capito dai
suoi commenti sul gruppo FB questa storia le sta piacendo (e anche tanto!!!).
Io ricordo solo che oggi anche sul blog
Eleonora’s reading room è presente il riassunto di questi capitoli.
Ah! Un ultimo avvertimento…
ALLERTA SPOILER!!!
Titolo: Rebel
Autore: Alwyn Hamilton
Pagine: 272
Editore: Giunti editore
Data di pubblicazione: 21 ottobre
2015
Amani non ha mai avuto dubbi: è
sempre stata sicura che prima o poi avrebbe trovato una via di fuga dal deserto
spietato e selvaggio in cui è nata. Andarsene è sempre stato nei suoi piani.
Quello che invece non si aspettava era di dover fuggire per salvarsi la vita,
in compagnia di un ricercato per alto tradimento. Tiratrice infallibile, per
guadagnare i soldi necessari a realizzare il suo sogno Amani partecipa infatti
a una gara di tiro travestendosi da uomo. Tra gli avversari, il più temibile è
Jin, uno straniero sfrontato, misterioso e affascinante. Troppo tardi Amani
scoprirà che Jin è un personaggio chiave nella lotta senza quartiere tra il
sultano di Miraji e il figlio in esilio, il principe Ribelle. Presto i due si
troveranno a scappare attraverso un deserto durissimo e meraviglioso, popolato
di personaggi e creature stupefacenti: come i bellissimi e pericolosi Buraqi,
fatti di sabbia e vento ma destinati a trasformarsi in magnifci destrieri per
chi abbia l'ardire di domarli; i giganteschi rapaci Roc; indomite donne
guerriere dalla pelle color oro e sacerdoti capaci di leggere i ricordi altrui
nell'acqua... Quando Amani e Jin si troveranno di fronte alle rovine di una
città annientata da un fuoco di calore innaturale capiranno che la posta in
gioco è più alta di quanto pensassero. Amani dovrà decidere se unirsi alla
rivoluzione e capire se davvero quello che vuole è lasciarsi alle spalle il suo
deserto.
Prima di lasciare la parola a
Patrizia, vi metto il calendario di questa bella iniziativa.
Buongiorno a tutte. Eccoci qui
per la quinta tappa di questa intrigante e travolgente storia. Avevamo lasciato
la nostra Amani al riparo dei pericoli del deserto nell’accampamento del
principe Ahmed, dove era stata condotta quasi con l’inganno da Jim, che si
scopre essere il fratello minore del principe ribelle. Amani è scossa e confusa
da tutto quello che le è successo durante gli ultimi giorni di traversata del
deserto, ma ciò che l’ha disorientata di più è stata la scoperta delle sue
strane origini non proprio umane, delle quali Jin sembra essersi accorto fin da
quando era ancora il “bandito dagli occhi blu”. Amani è spaventata dalla
rivelazione fattale da Jin, lei una Demdji, com’era possibile, non aveva nessun
particolare potere si sentiva soltanto una sfortunata ragazza del deserto e non
un essere magico. L’iniziale disorientamento della scoperta aveva lasciato il
posto alla rabbia e alla delusione, allora era per questo che lei si trovava
lì, era questo che aveva convinto Jin a portarla via con sé e non perché ci
fosse chissà quale legame tra loro. L’aveva abilmente deviata dall’obiettivo di
raggiungere l’agognata città di Izman, dove viveva sua zia, per trascinarla con
l’inganno in quell’oasi sperduta nel deserto, solo per usarla come arma nella
loro lotta contro il malvagio sultano. Beh che fosse questa la verità o meno
poco importa, certo è dall’inizio fino a ora questo libro è un susseguirsi di
avventure al limite dell'impossibile. Fortuna che si tratta di un fantasy...
Cap.
21
E’
trascorsa quasi un’intera settimana dalla straordinaria scoperta di essere una
Demdji, una settimana in cui Amani ha cercato con tutte le sue forze di capire
quale fosse il suo vero posto nella vita e di scoprire che potere straordinario
le fosse stato riservato dal destino. Una settimana in cui, nonostante
l’iniziale voglia di scappare da tutto ciò che rappresentava quell’oasi, aveva
iniziato a conoscere i suoi nuovi amici “ribelli” e si stava abituando alla
sensazione di sentirsi parte del loro scopo. Jin ormai sembrava essersi ripreso
dal morso dell’“incubo” di qualche giorno prima, grazie anche alle sapienti
cure che stava ricevendo da Bahi e dai suoi fratelli, e, benché sotto un certo
punto di vista ne fosse sollevata, era così arrabbiata con lui, che non
riusciva a perdonarlo per i suoi inganni. I suoi allenamenti per scoprire quale
potere fosse nascosto dentro di lei erano diventati molto impegnativi, ma non
avevano fatto emergere nulla di utile, tanto che in lei continuava a urlare una
vocina che le ripeteva che Jin si era sbagliato e che, nonostante il blu
“magico” dei suoi occhi, lei non era altro che una semplice ragazza del deserto
che sapeva usare bene la pistola. La vicinanza con gli altri Demdji le aveva
fatto scoprire tante cose sulle sue origini, come ad esempio il fatto che loro dichiaravano
sempre la verità, ecco perché lei non riusciva mai a non essere sincera, ecco
perché nella sua vita si era sempre sentita costretta a dire la verità, pur essendo
diventata una brava truffatrice per salvarsi le penne. Aveva imparato che i demdji
non devono tentare di trasformare in verità ciò che non lo è perché il solo
fatto di provarci poteva creare danni irreparabili, aveva compreso la vera natura
della ribellione del principe Ahmed e ne era rimasta coinvolta fino a sentirsene
parte, e nonostante gli inganni e le menzogne di Jin aveva imparato a conoscerlo
meglio attraverso i racconti di sua sorella Delila, Demdji anche lei, e di
Shazad, l’unica figlia del generale del sultano che aveva deciso di seguire i
suoi principi diventando lei stessa un generale delle truppe ribelli.
Si
avvicina la festa della Shihabian, in ricordo della notte in cui la
Devastatrice di Mondi era arrivata sulla terra, portando con sé le tenebre, e in
tutto l’accampamento fervevano per i preparativi. Oggi era il giorno in cui
sarebbe tornata Imin, la demdji inviata come spia al campo dei Gallan, e del
quale ritorno Delila era riuscita a enunciare una sorta di profezia. Stava
scadendo il tempo ed erano tutti preoccupati per il suo mancato ritorno, ma per
adesso bisognava festeggiare le tradizioni e, se non fosse rientrata come
stabilito, Shazad aveva già in mente di partire per una spedizione alla sua
ricerca l’indomani insieme a Jin e Amani, se lei avesse voluto. Calata la sera
iniziarono i festeggiamenti. Tutti indossavano abiti eleganti e colorati e
anche Amani si era fatta coinvolgere dalla sua nuova amica Shazad che le aveva
prestato un bell’abito, acconciato i capelli e tirato fuori da quel corpo, che
per tante volte aveva assunto le fattezze di un ragazzo, tutta la femminilità
in esso racchiuso. Quella sera complice la magia della festa finalmente Amani e
Jin ebbero il loro confronto. Lei gli urlò contro tutto il suo risentimento e
lui finalmente le raccontò la sua verità. Non voleva ingannarla ma soltanto
salvarla. Le confidò che il suo scopo non era quello di consegnarla a suo
fratello Ahmed come un trofeo ma non voleva nemmeno vederla morire sotto le mani
del fratello Naguib. Decise così di portarla con lui ma, non per accompagnarla
nel viaggio verso Izman, perché lì qualcuno avrebbe potuto riconoscere in lei
un demdji e venderla al sultano, il suo obiettivo era portarla a Dassama per
farle attraversare il mare rendendola libera. Il destino ha voluto che loro non
riuscissero a raggiungere in tempo la città prima del clamoroso incendio e di
lì il precipitare degli eventi rese quasi necessario raggiungere le truppe
ribelli. Finalmente era tutto chiaro tra di loro. Anche Jin si dichiarò deluso
da com’erano andati gli eventi, ma soprattutto da come lei si fosse arresa al
suo destino. Egli, infatti, non riusciva più a vedere in lei la vita che vi
aveva apprezzato durante la loro fuga nel deserto, adesso non riusciva a vedere
altro che un essere spogliato dalle sue certezze e alla ricerca di qualcosa
che, a suo parere, non fosse necessario. Per lui lei avrebbe dovuto continuare a
essere semplicemente il “Bandito dagli occhi blu” e non piegarsi agli eventi
del destino. Nel frattempo, il loro momento magico è interrotto dal ritorno di
Imin portatrice di notizie nefaste. Sembra, infatti, che, camuffata da soldato
Gallan, la demdji abbia scoperto l’esistenza di una pericolosa arma nelle mani
di Naguib che, il figlio del sultano, era disposto a donare ai Gallan in cambio
del loro supporto nella battaglia contro i ribelli. Non c’è più tempo da
perdere è necessario intervenire subito prima che i Gallan possano
impossessarsi di questa potente arma. La decisione è presa: bisogna intercettare
il treno che trasporterà il pericoloso bottino e Jin guiderà la spedizione.
Anche Amani ha deciso: partirà con lui dopotutto al “bandito dagli occhi blu”
non serve scoprire il suo potere per essere utile alla causa, le bastano la sua
pistola e il fuoco della ribellione che da sempre sente ardere dentro di lei.
Cap. 22
La
potente arma avrebbe attraversato il deserto sul treno che raggiungeva
l’accampamento dei Gallan. Jin con
Amani, Shazad, Bahi e Hali si sarebbero accampati nella “Cresta della morte”
per intercettare il treno su cui viaggiava l’arma. L’idea era di far saltare i binari e
attendere il convoglio, che sarebbe passato di lì solo due giorni dopo. Approfittando
della fermata obbligatoria del treno, i cinque ribelli sarebbero saliti
simulando un attacco di banditi, aiutati da Hali che, manipolando le loro
menti, li avrebbe fatti sembrare più numerosi di quanto in realtà non fossero. I
cinque sembrano affrontare il pericoloso compito che li aspetta con serenità
tanto che, per ingannare il tempo, si lasciano anche avvolgere dall'ebbrezza
dell’alcol trasportato segretamente da Bahi. La sera sembra trascorrere serena
tanto che, per la prima volta, Amani si accorge di essere veramente felice e si
lascia andare. Al mattino, al suo risveglio, i tappetini di Bahi e Jin sono
vuoti decide, dunque, di andarli a cercare. Scopre Bahi intento a recitare le
sue preghiere mattutine e, non molto distante da lui, Jin sdraiato lungo un
costone di roccia con lo sguardo perso nel vuoto, vittima di un'altra lunga
notte insonne dopo il morso dell’incubo. Tutto sembra andare come programmato finché
Izz, un Demdji che vigilava sotto forma di Roc sulla valle, raggiunse l’accampamento
avvertendoli del pericolo imminente. Il treno stava arrivando. Il sultano, per
essere sicuro di contare sull'elemento sorpresa, aveva caricato l’arma su un
altro treno. Non c’è più tempo per far saltare i binari. Bisogna intervenire
subito. I cinque si fiondarono sul convoglio in corsa e si divisero in due
gruppi: Shazad con Amani avrebbero raggiunto la coda del treno e Jin con Hala e
Bahi la testa. Il treno sembrava deserto e i due gruppi affrontano il vento
sferzante e pericolosi salti nel vuoto per scoprire la posizione della temuta
arma.
Cap.
23
Ma purtroppo qualcosa andò
storto. Amani e Shazad vennero scoperte e catturate. Il gruppo fu ricompattato
dentro una lussuosa cabina nella quale si trovavano già Jin e Bahi mal ridotti
e la povera Hali costretta con una pistola alla tempia. Naguib si crogiolava
vantandosi della sua vittoria sul manipolo di ribelli ora con calci al
fratello, ora con velate minacce alle due giovani ostentando la sua posizione
di superiorità. Quando osò minacciare Shazad, Bahi si animò di una violenta
rabbia e tentò di correre in difesa della giovane ragazza minacciandolo di
farlo bruciare tra le fiamme se solo si fosse azzardato a toccarla. Per rendere
ancora più credibile la sua minaccia esortò Amina, in qualità di Demdji, a
ripetere ad alta voce le sue parole per far sì che ne avessero certezza di
verità. Amina si sorprese a ripetere ad alta voce quella minaccia e in un
attimo ebbe la sensazione di aver piegato la realtà al suo volere. Tutta quella
scena, associata a discorsi e congetture sulla verità e sul tradimento, stuzzicò
il risentimento di qualcuno, e all’improvviso da un angolo nascosto della
cabina un’armatura sembrò prendere vita. Inizialmente sembrava un soldato di
metallo, una di quelle bambole che i Djinni scolpivano nell’argilla per farne
dei servi, ma, appena l’armatura iniziò a camminare, Amina scorse tra l’elmo e
la corazza sulle spalle un lembo di pelle. Capì allora che si trovava davanti
ad un soldato con una particolare armatura e, guardando meglio i suoi occhi,
riconobbe in essi il blu degli occhi di Noorsham, il soldato che era entrato
nella bottega di sua zia con Naguib. Quegli
occhi non avrebbe mai potuto dimenticarli, l’avevano catturata fin da subito
perché li vedeva molto simili ai suoi. Il soldato si avvicinò a Bahi attraversando
l’intera cabina con fare sicuro, e ciò che colpiva i presenti era che gli altri
soldati si aprivano davanti a lui per farlo passare quasi terrorizzati. Arrivato
davanti al ribelle, che aveva osato minacciare il figlio del sultano di morte,
si chinò e aprì le sue mani quasi come a volergli impartire una benedizione. Fu
un attimo la mano di Noorsham divenne incandescente, la pelle di Bahi iniziò a
friggere diventando tutta nera e un improvviso calore invase l’intera cabina.
Amina riuscì ad avvicinarsi ma il calore era così intenso che cadde in
ginocchio ansimando, vide la pelle di Bahi diventare nera, poi bianca e in
pochi istanti fu tramutato in cenere.
“Avevamo
trovato l’arma che cercavamo.”
Cap.
24
Quando tutto fu terminato Bahi
non c’era più, dissolto in un cumolo di cenere, ed era morto proprio come Amani
aveva profetizzato accadesse a Naguib. Noorsham rimase stupito perché si
accorse che la ragazza dagli occhi blu, l’unica più prossima alle loro
vicinanze, era rimasta incolume. I suoi vestiti apparivano bruciati qua e la ma
la sua pelle non aveva riportato alcun danno dalla vicinanza a quel calore.
Questo fu sufficiente per fargli capire che lei era simile a lui. Chiese così
di poterle parlare da solo e lei accettò a patto che lui le assicurasse che ai
suoi amici non fosse accaduto nulla di grave in sua assenza. Si spostarono così
nella carrozza adiacente, un lussuoso vagone ristorante, e poco a poco il guerriero
dall’armatura di metallo le raccontò la sua storia: cresciuto come lei con la
certezza di essere umano, i suoi poteri non si manifestarono subito a causa del
suo lavoro in miniera. Crescendo assistette prima da bambino e poi da
adolescente a diverse ingiustizie per le quali avevano pagato i conti, la sua
famiglia e in particolare le sue sorelle. A seguito di una malattia dovette
ritirarsi dal lavoro dalle miniere e la sua famiglia per continuare a vivere era
stata costretta a vendere sua sorella ai lavoratori della miniera per farne la
loro prostituta. Al suo rientro venne a scoprire che gli stessi uomini che
qualche anno prima avevano lapidato sua sorella perché aveva giaciuto con gli
stranieri dell’esercito dei Gallan, avevano pagato per giacere con l’altra sua
sorella. Colto da un forte senso d’ingiustizia, la sua rabbia crebbe dentro di
lui in modo smisurato portando all’esplosione della miniera. Noorsham si era convinto di essere un’arma di
dio contro i peccatori e il sultano, venuto a conoscenza dei poteri del
ragazzo, riuscì astutamente a fornirgli le giuste motivazioni per convincerlo a
stare dalla sua parte. Infatti, il sultano lo convinse che anch’egli parlava
con dio e che questi era furioso perché era stato permesso a dei forestieri (i
Gallan) di accedere nel suo deserto, bisognava dunque cacciare i forestieri e
riappropriarsi dei territori perduti. A quelle rivelazioni Amani capì tutto. Al
sultano non interessava il piccolo manipolo di ribelli capeggiati dal figlio
Ahmed, lui voleva liberarsi degli scomodi alleati con i quali fino adesso aveva
dovuto condividere il potere. Amani ebbe compassione di Noorshan avrebbe voluto
convincerlo a scappare per unirsi a loro, avrebbe voluto fargli capire che
l’armatura all’interno della quale lo avevano rinchiuso non era una protezione
ma un tentativo di tenere a bada i suoi poteri. Doveva a tutti i costi, vivo o
morto, portarlo via di li. Nel frattempo, Izz aveva notato la richiesta di
aiuto che Amani era riuscita a lanciare, facendo cadere da un finestrino aperto
il suo sheema, e si era precipitato contro il convoglio squarciandone un’intera
parete con i suoi artigli di Roc. Questo diversivo aveva permesso ai
prigionieri di riuscire a fuggire e mentre gli altri stavano uno per volta
saltando giù dal treno in corsa, Amani si attardava nel tentativo di prendere
la scelta giusta: saltare da sola o cercare di trascinare con lei Noorsham. Il
treno si stava avvicinando a una scarpata, non poteva più perdere tempo, decise
di salvare se stessa e si lanciò fuori da vagone, ma, a causa della velocità,
iniziò a rotolare finché non giunse in prossimità del canyon che minacciava di
inghiottirla. A quel punto cercò di aggrapparsi a qualcosa che potesse fermare
la sua caduta, ma attorno a lei vi era soltanto sabbia. Le gambe erano già
oltre il bordo del burrone e presto il resto del corpo le avrebbe seguite.
Cap.
25
Amani stava precipitando nella
scarpata, tentando invano di trovare un appiglio cui aggrapparsi per fermare la
sua caduta, quando, all’improvviso, rimase sospesa nel vuoto. Non sapeva a cosa
fosse riuscita ad aggrapparsi ma percepiva la sabbia tra le sue mani, cose se
fosse la sabbia ad averla afferrata e non il contrario. Una mano di polvere le
stringeva il polso e, se per caso le scivolava la presa, ne sentiva subito
un’altra che la afferrava salda. Erano decine di mani che la sostenevano e la
trascinavano al sicuro restituendola al deserto. All’inizio Amani pensò all’opera
di qualche spirito del deserto che la stava soccorrendo, ma a poco a poco
comprese che era lei. Quelle mani che spuntavano dal nulla erano una sua
estensione. Appena si sentì al sicuro e si riprese quelle mani scomparvero nel
nulla. Quasi incuriosita da quella reazione provò ad allungare una mano per
toccare la sabbia e questa iniziò a sollevarsi verso il suo palmo, attratta da
esso come un serpente attirato fuori dalla cesta dall’ammaliatore. Aveva
scoperto il suo potere. Presa coscienza di se e di ciò che le stava accadendo
intorno si accorse che i suoi amici si trovavano in grosse difficoltà. Shazad
era alle prese con due soldati e stava quasi per soccombere quando, spinta da
una forte rabbia Amani scaraventò un cumulo di sabbia verso i due liberando
l’amica in difficoltà. La confusione era padrona fuori e dentro di lei: spari, combattimenti
corpo a corpo, la battaglia infuriava e lei aveva completamente perso il
controllo e un’imponente tempesta di sabbia le si sollevò attorno. Finché Jin,
avendo compreso ciò che stava accadendo, riuscì a raggiungerla e a premere
contro la sua pelle un piccolo proiettile di metallo. Fu un attimo e tutto
cessò all’istante. Era bastato quel piccolo oggetto di metallo per fermare
l’impeto dei suoi poteri. La sabbia ricadde ai suoi piedi e il trambusto che
aveva percepito prima fuori e dentro di lei aveva lasciato il posto al battito
di un cuore. Era il cuore di Jin che batteva in un forte abbraccio schiacciato
contro la sua fronte, mentre lui continuava a ripetere dolcemente il suo nome,
senza mai fermarsi finche lei non smise di tremare.
Che dire, concordo con alcune di
voi è molto difficile rispettare le tappe. Questo libro corre molto veloce e
ogni pagina ti mantiene con il fiato sospeso. La curiosità di arrivare alla
fine e scoprire cosa accadrà è molto forte, soprattutto perché tra le pagine è
accennata una bella storia d’amore che purtroppo ancora non ci ha fatto sognare
ma solo agognare l’unione tra i nostri due protagonisti. Ci sono ancora tante
cose da capire e avventure da vivere………..
I risvolti e i colpi di scena di questi capitoli sono fenomenali. Io non li avevo mica previsti!
RispondiEliminaLa parola d'ordine del libro è:"fiato sospeso". È costruito sui colpi di scena..... Noorsham ci riserverà qualche altra sorpresa ne sono sicura 😉
EliminaTutta una scoperta. Libro avvincente così come questi meravigliosi capitoli
RispondiEliminaNoorsham è un personaggio interessante, spero tanto di ritrovarlo :)
RispondiEliminaComunque che Amani avesse il potere della sabbia poteva essere prevedibile, ma io ero convinta che avesse quello del fuoco!
Capitoli intensi e ricchi di colpi di scena, si consolidano rapporti esistenti e se ne creano nuovi! E poi scopriamo finalmente il potere di Amani!
RispondiEliminaAnche questi capitoli sono una conferma : storia dal bel ritmo e che non può che appassionare.
RispondiEliminaSuccedono un sacco di cose, molte inaspettate! Da fiato sospeso proprio
RispondiEliminaEd ecco qua, tié, Amani scopre i suoi poteri, naturalmente nel momento del bisogno!
RispondiEliminaSplendido!!! Anche se Bahi... ;___; Noorsham sarà interessante, ma motivazioni o meno, povero Bahi! E non era nemmeno un personaggio che mi piacesse particolarmente.
Per quanto riguarda Audemars Piguet replica l'aspetto estetico, come ho imparato a lungo, SeaQ non è così semplice come appare per la prima volta. Glashütte Original, nella mia mente, è sempre stato un marchio IWC replica che non fa davvero disegni scandalosi: gli anni Settanta sono quasi pazzi come diventano in questi giorni e, indovina, capita Franck Muller replica di essere una delle loro collezioni più vendute. Ciò che GO fa piuttosto di più, tuttavia, è portare questi progetti probabilmente più ordinari a un Vacheron Constantin replica livello di qualità e con un grado di coerenza che difficilmente viene eguagliato dai suoi pari. E SeaQ Panorama Date non è Rolex replica diverso.
RispondiElimina