Recensione #12: Matrimonio di convenienza di Felicia Kingsley
Oggi torna la mia amica Patrizia con una recensione, vi parla del primo romanzo di una autrice che personalmente adoro, ha uno stile ironico, divertente e molto coinvolgente. Le sue storie sono romantiche e ti fanno compagnia.
Ho divorato questo romanzo in soli quattro giorni. Mi serviva qualcosa che mi tenesse impegnata e lontana da un altro romanzo fino all’avvio di un gruppo di lettura.
Autore: Felicia
Kingsley
Titolo: Matrimonio di convenienza
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 13 aprile 2017
Pagine: 381
I
soldi non fanno la felicità ma possono cambiarti la vita …
Come
a Jemma, truccatrice teatrale con un debole per i ballerini latino-americani
che vive a Londra, in un seminterrato, proprio sotto ai genitori hippy. La
nonna le ha lasciato un’enorme eredità, che potrà ottenere solo sposando un
uomo di nobile titolo.
I
soldi non fanno la felicità ma possono cambiarti la vita …
Come
ad Ashford, dodicesimo Duca di Burlingham, cresciuto negli agi e nel lusso,
rispettabile esponente dell’aristocrazia inglese, ambito da tutte le
debuttanti, che scopre di essere sull’orlo della bancarotta e con il rischio di
perdere il titolo.
Così,
due persone che mai sarebbero state destinate ad incrociarsi, si trovano a
stringere un accordo: un matrimonio d’interesse, per cambiare la propria vita o
per salvare quello che si è sempre avuto.
Ma Jemma è un’estranea nel mondo di Ashford, fatto di formalità, ricevimenti, altezzosi aristocratici e l’odiosa e imprevista suocera, Delphina.
Ma Jemma è un’estranea nel mondo di Ashford, fatto di formalità, ricevimenti, altezzosi aristocratici e l’odiosa e imprevista suocera, Delphina.
Ashford, che pensava a tutto meno che a
sposarsi, si trova come moglie una persona irritante, poco collaborativa, sempre
pronta al conflitto e che non perde occasione per metterlo in imbarazzo.
La convivenza si fa sempre più complicata quando Jemma incontra Carter, che sembra essere il principe azzurro che ha sempre sognato.
La convivenza si fa sempre più complicata quando Jemma incontra Carter, che sembra essere il principe azzurro che ha sempre sognato.
Se
siete abituati alla favola come l’avete sempre conosciuta, questa storia
metterà sottosopra tutte le vostre certezze, tra manieri, battute di caccia,
amici sociopatici e politicamente scorretti, dischi in vinile e allucinogeni
anni ’70.
…
E poi, chi è Portia?
Ho divorato questo romanzo in soli quattro giorni. Mi serviva qualcosa che mi tenesse impegnata e lontana da un altro romanzo fino all’avvio di un gruppo di lettura.
Ho iniziato, così, a
leggere senza tanto interesse ma nel giro di poche pagine mi sono sentita
trasportata dentro la storia. La trama incuriosisce parecchio fin dall’inizio,
seppur molto improbabile al giorno d’oggi. L’autrice cerca di unire e mettere a
nudo due mondi completamenti diversi che s’incontrano, anzi scontrano, per
reciproco interesse.
Jemma e Ashford non possono essere persone più diverse tra loro. Lei
vive a Londra, con i suoi genitori hippy e salutisti con l’hobby del nudismo,
fa la truccatrice in un piccolo teatro e sembra buttarsi continuamente a capofitto
in storie sfortunate. Ash, duca di Burlingham, è un nobile aristocratico da
molte generazioni, é raffinato ed elegante, un uomo carismatico che sembra
essere uno dei più appetibili rampolli della
nobiltà britannica. Sembrano non avere nulla in comune finché Jemma non scopre
di aver ereditato dalla nonna, ormai defunta, una grossissima eredità, alla
quale però potrà accedere soltanto quando sposerà un uomo con titolo nobiliare,
mentre Asfhord scopre, alla morte del padre, di non navigare in buone acque a
causa d’ingenti debiti che rischiano di minare i suoi possedimenti. Ed ecco qui
l’astuzia della scrittrice per farli entrare l’uno nella vita dell’altra: a lei
serve un titolo nobiliare e a lui servono i soldi. Complice del destino il loro
avvocato che per risolvere i rispettivi problemi architetta un falso
matrimonio. Da questo momento in poi è un’esplosione di situazioni al limite
dell’esilarante. I due giovani si sopportano mal volentieri, Jemma
si sente sempre più inadeguata in un mondo freddo e finto che non le
appartiene, Ashford non fa niente per aiutarla ad integrarsi non perdendo
occasione per farla sentire sbagliata, ma, nonostante l’apparente tragedia
della situazione, i due insieme sono comici, i loro dialoghi sono molto
pungenti e ironici, mirati alla spudorata provocazione reciproca per far
perdere l’uno le staffe all’altro.
La
narrazione è scorrevole con un ritmo fortemente incalzante, mai monotona e
sempre movimentata nell’alternarsi dei due punti di vista dei due protagonisti.
Ho trovato la descrizione dei personaggi molto accurata.
Attorno a Jemma e Ashford, entrambi personaggi dal carattere molto forte e
dirompente, ruotano diversi personaggi secondari come la dispotica Delphina,
madre di Ashford, donna aristocratica dalle idee molto conservatrici che mal
sopporta la presenza dell’improbabile nuora capitatale tra capo e collo. I
genitori di Emma, sono due personaggi molto particolari: sono descritti come
delle caricature ma in contrapposizione alla loro “originalità” trasudano saggezza
da tutti i pori. Haz
e Cécile, amici rispettivamente di Ash e Jemma, diametralmente opposti a questi
ultimi per caratteristiche e personalità ma che diventano due validi supporti
alla storia. Interessante e dettagliate anche le descrizioni di altri personaggi
di contorno come Carter, Portia e il nutrito gruppetto di ochette che girano
attorno ai due giovani sposi con la speranza di carpire le ambite attenzioni di
Ash. Per ognuno di essi Felicia
Kingsley riesce a farteli percepire come reali suscitando sentimenti
di simpatia o antipatia, amore o odio, rabbia o sintonia.
Ho
apprezzato moltissimo lo stile della scrittrice che ha saputo gestire con molta naturalezza e un pizzico di follia
la trama senza mai decadere nel banale o nello scontato. Ho adorato il modo in
cui Jemma riesce a conquistare un mondo che non è disposto a perdonarle i suoi
umili natali ed ho amato da subito la figura di Ashford che, stanco
dell’eccessiva rigidità del suo mondo emblematicamente rappresentato dalla
madre, riesce a farsi dolcemente coinvolgere dall’originalità di Jemma,
facendosi corrompere dalla sua vitalità. Il finale, dal ritmo incalzante,
conferma l’originalità di tutto il testo e mi ha piacevolmente sorpreso perché
si assiste alla rottura degli stereotipi classisti che, per buona parte del
romanzo, sembrano barriere insormontabili per i due mondi cui appartengono i
protagonisti.
Ho letto questo romanzo in una volata, per i miei ritmi, e
alla conclusione mi è dispiaciuto un po’ girare l’ultima pagina e terminare la
storia, non vi nego che mi sono sentita quasi abbandonata e ho ricercato
l’esistenza di un sequel per vivere ancora le vicende di questa strana e
singolare coppia o, perché no, dei loro rispettivi amici.
ciao patrizia, mi ritrovo molto nel tu giudizio. questo è stato il primo romanzo che ho letto di felicia e ne conservo un buonissimo ricordo, soprattutto per la prima parte del romanzo che ho trovato più coinvolgente. entrambi i personaggi mi sono piaciuti, pregi e difetti, e ho scoperto un'autrice molto nelle mie corde. la kingsley è molto attenta al dettaglio cosa che noto anche nei suoi interventi su facebook. credo che anche altri suoi romanzi possano piacerti
RispondiEliminaÈ vero, ho già letto "Stronze si nasce" e mi era piaciuto tantissimo. Ho già in libreria "una Cenerentola a Manhattan" 😉
RispondiEliminaho letto il libro (mi è piaciuto molto meno), ma dalle tue parole mi è venuta voglia di rileggerlo, bravissima
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