Recensione #13: Un maledetto lieto fine di Bianca Marconero


Autore: Bianca Marconero

Titolo: Un maledetto lieto fine

Editore: Newton Compton

Data di pubblicazione: 7 febbraio 2019

Pagine: 349

Agnese ha diciannove anni, è la figlia di un senatore piuttosto influente e ha ricevuto un’educazione rigida. Le piace disegnare ma ha messo i sogni nel cassetto e si è iscritta a Giurisprudenza. Dopo la morte della madre, ha imparato a nascondere a tutti i suoi veri sentimenti ed è diventata la classica ragazza ricca, perfetta, composta e fredda, ma in realtà piena di insicurezze. Quando la sua incapacità di lasciarsi andare allontana il ragazzo di cui è innamorata da anni, Agnese capisce di avere bisogno di aiuto. Vorrebbe qualcuno che le insegni a essere meno impacciata e Brando, il suo fratellastro appena acquisito, sembra proprio la persona giusta. Lui lavora di notte, suona in una band, e cambia ragazza ogni sera. Peccato che il bacio che i due si scambiano per “prova” sia lontano anni luce da un esercizio senza conseguenze. Così le loro lezioni di seduzione ben presto diventano qualcosa di più… Brando saprà insegnare ad Agnese che la lezione più importante di tutte è abbandonarsi alle emozioni?


Inizio subito col dire che non volevo recensire questo libro! E’, infatti, un libro difficile da spiegare, io ad esempio l’ho amato ed odiato contemporaneamente ed ha suscitato in me sentimenti molto contrastanti. Partiamo dal titolo, se mai possa esistere veramente un “maledetto lieto fine” questo è davvero molto maledetto.

Il libro è scritto molto bene caratterizzato da uno stile scorrevole e le descrizioni accurate ti tirano dentro la storia inglobandoti nei vissuti emotivi dei personaggi. La trama ha dei risvolti molto forti a volte anche traumatici e strazianti. In diverse occasioni mi sono addirittura adirata con la nostra Bianca.

 I protagonisti sono due giovani ragazzi appena maggiorenni che si trovano, loro malgrado, coinvolti in situazioni molto più grandi di loro.

Agnese è una ragazza di 19 anni, figlia perfetta del senatore Goffredo Altavilla, è una ragazza cresciuta nella rigida educazione del padre per vivere nella Roma per bene, che sente continuamente la necessità di essere all’altezza delle aspettative del padre e di tutti coloro che la circondano quando, dunque, vive una delusione amorosa perché si scopre non all’altezza delle aspettative del ragazzo di cui è innamorata escogita qualcosa di impensabile (almeno per me) per compensare le sue carenze. Brando, viceversa, è il classico ribelle, musicista, scapestrato che lavora in un bar per poter raccogliere i soldi per permettersi il viaggio che potrebbe realizzare il sogno di una vita.

Cosa hanno in comune i due ragazzi? Assolutamente nulla, se non il fatto di ritrovarsi a vivere sotto lo stesso tetto in veste di fratellastri in quanto la dolce e fragile Isabella, madre di Brando, ha sposato in seconde nozze il dispotico senatore Goffredo padre di Agnese. La vita dei due ragazzi, già molto sfortunata, in quanto entrambi orfani di un genitore, assume delle pieghe inaspettate per entrambi.

All’inizio ho trovato un po’ di difficoltà a comprendere la storia. Chi mi conosce sa della mia natura “fortemente bigotta”. Certo al giorno d’oggi è impensabile pensare al sesso solo come manifestazione fisica di un amore maturo, ma leggere la storia di Agnese e Brando all’inizio mi ha turbato non poco. Ho cercato allora di guardare oltre. La storia è una fotografia, ben fatta oserei dire, della gioventù dei nostri giorni. Ragazzi annoiati che cercano stimoli di ogni genere anche a discapito degli altri, e si ritrovano a dovere gestire situazioni pesanti e molto complicate da gestire.

Tutti i personaggi che animano questo romanzo si muovono come pedine di un domino dove ogni singola azione coinvolge e travolge tutto ciò che si trova nelle vicinanze.

Agnese si presenta come una ragazza viziata, comprensibilmente immatura, vuota, arrivista e approfittatrice, proprio per questo non ha conquistato le mie simpatie, ma a volerla quasi giustificare, oltre alla sua giovane età e alla sua forte insicurezza nel gestire determinati sentimenti,  posso dire che, se la mela non cade mai lontana dall’albero, lei è il frutto delle influenze del padre, un tiranno egoista che usa la sua posizione per imporre il suo volere a chi si pone, nel bene o nel male, sulla sua strada.

Purtroppo a farne principalmente le spese dell’operato di padre e figlia è proprio Brando. Il senatore riesce a rendere un inferno la sua vita all’interno della nuova “famiglia”, un inferno al quale egli resiste solo per amore della madre e dal quale non vede l’ora di prendere le distanze e quando lui crede di avere trovato almeno un’alleata per sopravvivere al limbo in cui si trova rimane completamente dilaniato dalle vicende.

Brando, contrariamente ad Agnese, ha subito catturato la mia simpatia. Lui e’ un ragazzo carismatico che vive la sua vita al meglio che può e si trova a combattere una guerra che non può e non potrà mai vincere. Contrariamente a come viene presentato all’inizio del libro quasi come il “debosciato” della situazione ai miei occhi è il personaggio più forte e maturo di tutto il romanzo nonostante i suoi trascorsi. Il povero ragazzo ha però la sfortuna di catturare tutto l’astio del Senatore che lo vede un ostacolo alla sua brama di onnipotenza; finché Brando continuerà a gironzolare nella sua villa non potrà avere l’egemonia che desidera nell’affetto del sua fragile moglie.

Goffredo Altavilla è un personaggio che ho fortemente odiato. Rappresenta tutto il negativo che ci si possa mai aspettare da un adulto! Forte della posizione che occupa come marito, padre e patrigno riesce a stendere la sua mano ed insinuarsi con il suo potere nella vita e nel destino di tutti i membri di questa disperata famiglia. 

In tutto questo la cara Isabella, madre di Brando, sfortunata vedova di un uomo che ha amato profondamente e attuale moglie di un uomo odioso fino allo sfinimento, risulta essere l’anima più fragile e tenera seppur compaia di rado. All’inizio mi sono chiesta come una donna, seppur molto fragile, possa accettare le imposizioni e gli obblighi di cui Goffredo la fa vittima. In un secondo momento ho capito la natura complicata di questa donna. Lei in realtà ama profondamente il figlio, se ami Goffredo non si capisce bene, ma è certamente il sentimento di gratitudine verso quest’uomo, che le consente di crescere il suo amato Brando in una situazione sicura, che la rende così tanto accondiscendente ai suoi voleri.

Tutti i personaggi che si alternano nelle pagine di questo controverso romanzo vengono descritti con una cura meticolosa e con ricchezza di particolari che non sembrano soltanto presenze di una storia, sembrano reali. Li conosci realmente, li ami, li odi, ti deludono e ti ci arrabbi e in alcuni casi fai anche il tifo o piangi per loro e con loro.  A lungo andare ti sembra di assistere alle confessioni personali dei due protagonisti che si alternano raccontandoti la storia.

Ho divorato le pagine una di seguito all’altra, rincorrendo il “maledetto lieto fine” e ne sono uscita straziata da esso. Questo è un romanzo che difficilmente potrò dimenticare l’ho vissuto e sofferto come una storia vera e chiuso l’ultimo capitolo sono rimasta interdetta, attonita, stupita, arrabbiata. A volte chiuso un libro che ci è piaciuto tantissimo si spera in un ritorno, ma questa storia è così particolare che credo che altro ne guasterebbe il sapore di unicità che mi ha lasciato. Quindi, seppur con l’amaro in bocca, faccio i miei complimenti alla scrittrice per avermi fatto amare questa storia “maledetta”.
#Brandosimeritavailsuomaledettolietofine




Prima di lasciarvi volevo solo ricordare che Bianca Marconero parteciperà al Festival Romance Italiano a Milano il 29 giugno 2019. Il #FRI19 è il primo evento di questo tipo organizzato per autrici e autori italiani che scrivono storie d'amore.

Commenti

  1. Grazie. Hai visto tutto quello che sentivo, nello scrivere questa storia. Non è una trama edificante, né rassicurante. La sessualità di Brando e Agnese è "sbagliata" non per quello che fanno, ma perché precede il coinvolgimento affettivo e, in certi momenti, diventa un'arma che usano una contro l'altro. Sono consapevole che qualsiasi seguito, compreso quello che ho scritto, disinnescherà questa storia (e questo finale), ma avevo bisogno di consolare prima di tutto me stessa, raccontando una storia di cambiamento e, sopratutto, di ritorno a casa, nella sua più ampia accezione <3 Grazie ancora per aver letto il romanzo che sono felice di aver scritto.

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    1. Cara Bianca è davvero un libro che mi è piaciuto tantissimo e l'# alla fine della recensione è una mia forte convinzione. A questo punto sono curiosa di conoscere il seguito, che leggerò appena possibile. Grazie per aver dedicato un po' del tuo tempo alla mia recensione.
      Alla prossima, spero presto��

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  2. Bellissima recensione Patrizia! Questa è una storia bella e difficile insieme. Bianca fila a scrivere che Brando ha bisogno del suo maledetto lieto fine!

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    1. Grazie Dolci e hai assolutamente ragione
      Brando si merita il suo maledetto lieto fine 😉

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