Recensione #35: Un caso speciale per la ghostwriter di Alice Basso
Oggi concludo una serie
bellissima scritta in modo strabiliante. Sono arrivata in poco meno di due mesi
a leggere tutti i romanzi che hanno come protagonista Vani Sarca, la quale ora
mi manca tanto.
Autore: Alice Basso
Titolo: Un caso speciale per la ghostwriter
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 2 maggio 2019
Pagine: 378
Per Vani le parole sono importanti. Nel modo in cui una persona
le sceglie o le usa, Vani sa leggere abitudini, indole, manie. E sa imitarlo.
Infatti Vani è una ghostwriter: riempie le pagine bianche di scrittori di ogni
genere con storie, articoli, saggi che sembrino scaturiti dalla loro penna. Una
capacità innata che le ha permesso di affermarsi nel mondo dell'editoria, non
senza un debito di gratitudine nei confronti dell'uomo che, per primo, ha
intuito la sua bravura: Enrico Fuschi, il suo capo. Non sempre i rapporti tra i
due sono stati idilliaci, ma ora Vani, anche se non vorrebbe ammetterlo, è
preoccupata per lui. Da quando si è lasciato sfuggire un progetto
importantissimo non si è più fatto vivo: non risponde al telefono, non si
presenta agli appuntamenti, nessuno sa dove sia. Enrico è sparito. Vani sa che
può chiedere l'aiuto di una sola persona: il commissario Berganza. Dopo tante
indagini condotte fianco a fianco, Vani deve ammettere di sentirsi sempre più
legata all'uomo che l'ha scelta come collaboratrice della polizia per il suo
intuito infallibile. Insieme si mettono sulle tracce di Enrico. Tracce che li
porteranno fino a Londra, tra le pagine senza tempo di Lewis Carroll e Arthur
Conan Doyle. Passo dopo passo, i due scoprono che Enrico nasconde segreti che
mai avrebbero immaginato e, soprattutto, che ha bisogno del loro aiuto. E non
solo lui. Vani ha di fronte a sé un ultimo caso da risolvere e fra le mani,
dalle unghie rigorosamente smaltate di viola, le vite di tutte le persone cui
ha imparato a volere bene.
Mi
viene da dire una cosa in stile Vani Sarca:
Porca merda.
Ecco
potrei anche terminare qui.
Come
si fa a parlare di questo ultimo appuntamento se non prendendo a prestito le
parole della dottoressa Sarca?
Un caso speciale per la ghostwriter è l’ultimo volume della serie con protagonista
Silvana (Vani) Sarca. Ho avuto l’opportunità di leggere questa serie tutta di
seguito, cosa che si è rivelata al tempo stesso un bene e un male. Tutti e
cinque i volumi sono autoconclusivi, nel senso che il caso giallo (o, meglio
ancora, i casi), filo conduttore dei vari romanzi, si chiarifica e il “cattivo”
di turno è assicurato alla giustizia. Eppure, al
tempo stesso, tutti i racconti sono collegati tra loro per via dei personaggi e
per la macro-storia di Vani, che infatti si snoda nell’arco di tutti i volumi.
Anche il tempo scorre passo passo con i vari libri. Tutti gli avvenimenti
accadono uno di seguito all’altro, partendo da ottobre e arrivando ad aprile.
C’è una piccola differenza tra i vari testi. Il primo è autoconclusivo, il
secondo lascia intravedere un seguito. Il terzo e il quarto terminano proprio
lasciandoti in sospeso. Il quinto si apre esattamente da dove ci siamo
interrotti, ma, iniziando la narrazione, Alice Basso fa “il riassunto delle
puntate precedenti” e quindi non si perde nulla.
Questa
volta il caso a cui la coppia (ma non solo) Berganza-Sarca lavora è molto
personale. Fuschi è scomparso! L’abbiamo visto uscire di casa senza chiavi,
senza giacca, senza soldi e documenti e non ne abbiamo più saputo nulla. La
cosa è molto strana, specie per chi conosce Enrico Fuschi. Vani, pur detestando
il proprio datore di lavoro, è preoccupata.
In
quest’ultimo appuntamento Vani mi piace tanto. Rimane sempre misantropa, dark
punk, un vampiro dalla chioma bionda, ma qui sta facendo vedere il proprio vero
intimo. La troviamo legata affettivamente a tante persone, anche persone alle
quali non crederesti possibile che Vani si sia affezionata. È legata a Morgana,
la mini-vanisarca, e anche a Laura. È sempre più vicino a livello affettivo a
Irma, per la quale ha grande preoccupazione a causa dei suoi ottantadue anni e della
demenza senile che la tallona. Mostra un’amicizia affettuosa con Riccardo,
senza smettere di punzecchiarlo ad ogni valida occasione. C’è poi questo
meraviglioso legame corpo-anima-cervello con Berganza. Legame che va ben oltre
il sentimento. È una vera e propria unione e comunione d’intenti. E poi “esce
fuori” questa sua preoccupazione, anche questa una forma di affetto, per
Fuschi.
E
così in questa serie Vani cambia, da una che aveva come motto
#sesolomenefregassequalcosa ad una donna completa, che sa entrare nella testa
delle persone, che ha una forma di empatia molto spiccata e che riesce a
dimostrare di tenere alle persone, certo non proprio a tutte, ma a quelle più
vicine alla sua vita. All’apparenza rimane un po’ misantropa e quasi str****,
ma la scorza dura le serve come difesa. Vani in quest’ultimo appuntamento mi
piace tanto tanto (se non si era capito). È una ragazza che sa guardare il
mondo e anche gli altri in modo obiettivo, ma ha paura di dare voce ai propri
sentimenti. Eppure è una ragazza che sa dare affetto e, quando lo fa, lo
distribuisce in modo totale. Non mi stupisce il suo sfogo:
È una merda.
Tenerci agli altri, è una merda.
E anche che gli altri tengano a te.
Perché poi è così che si finisce. A
farsi tutti del male, anche senza volere. Anzi: soprattutto senza volere.
Sì,
decisamente mi piace di più questa Vani Sarca, ex “se solo me ne fregasse qualcosa”.
Le cose cambiano.
Le storie finiscono.
Altre storie iniziano.
E ci vuole coraggio per affrontare
tutto questo. Questo grande romanzo d’avventura che è la vita. Che lo vogliamo
o meno.
Ma è bellissimo.
ma non ci credo che mi ero persa questa recensione! tra l'altro hai letto tutta la serie in un baleno.
RispondiEliminaAlice Basso con questi romanzi ha creato un mondo meraviglioso da amare e amare e amare. sono felice che Vani sia piaciuta anche a te
Ho letto un romanzo via l'altro di questa serie, volevo sapere cosa succedeva… e ora mi manca Morgana. Vani pure, ma vorrei tanto sapere cosa succede a Morgana.
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