Recensione: I miracoli esistono di Sara Rattaro
Autore: Sara Rattaro
Titolo: I miracoli esistono
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 21 ottobre 2021
Pagine: 176
Una mattina del 1987 Alice, dopo la scuola,
va a trovare una vicina di casa. Brigitte, ebrea ungherese da molti anni in
Italia, le aveva fatto da baby-sitter quando era bambina ed è sempre stata per
lei un punto di riferimento. Le ha anche insegnato a preparare un dolce, il
Challah alle mele, e a danzare... Ma non ama parlare del proprio passato. E,
all'improvviso, deve partire per Budapest. Quale mistero nasconde? Brigitte
aveva la stessa età di Alice quando, nel 1944, nella sua città occupata dalle
Croci Frecciate, i filo-nazisti sostenuti dai tedeschi, lei e suo padre ebbero
la fortuna di imbattersi in un uomo straordinario, che salvò loro la vita:
Giorgio Perlasca. Il commerciante italiano, detto anche
l'"impostore", si era finto ambasciatore spagnolo per accogliere
nelle sue case protette cinquemila ebrei d'Ungheria e strapparli dalle camere a
gas. Una scrittura appassionata ed empatica tesse i racconti della testimone
Brigitte e di Alice, fra passato e presente, fra le ombre atroci della Shoah e
i conflitti dell'adolescenza. Sul filo della memoria e, soprattutto, grazie
all'esempio di coraggio ed eroismo di Giorgio Perlasca, Alice saprà finalmente
chi diventare.
Amo il modo di scrivere di Sara Rattaro, non solo quando si
rivolge agli adulti ma anche e soprattutto quando scrive per i ragazzi. Questa
nuova storia che ci regala è un’altra perla da aggiungere alle tre precedenti.
Mi piace il modo in cui Sara riesce a raccontare la Storia,
intrecciando le vicende quotidiane degli adolescenti agli avvenimenti di
personaggi che hanno contribuito a creare il mondo di oggi.
Questo nuovo romanzo ci presenta la figura di Giorgio
Perlasca, un uomo onesto e Giusto, sì, con la G maiuscola. Questa volta le
vicende nel 1944 si intrecciano con la storia di Alice, una ragazzina di terza
media che imparerà quanto faccia male essere indifferenti e capirà il valore
della giustizia.
Alice sta vivendo un momento delicato della sua adolescenza e
la sua vita scolastica le sta facendo notare come il bullismo sia qualcosa che
fa male e che pertanto debba essere affrontato in modo deciso. Tutto questo le
sarà più chiaro conoscendo le vicissitudini della sua vicina di casa, Brigitte,
che nel 1944 a Budapest ha vissuto la guerra e la deportazione degli ebrei
portandone le cicatrici sulla pelle. Brigitte le farà capire quanto, più delle
bombe, a ferirla sia stata l’indifferenza di coloro che lei considerava amici e
inoltre le racconterà di come un estraneo abbia invece cercato di salvare
quanti più ebrei riuscisse solo perché non li vedeva come “diversi”, ma li
considerava uomini e donne esattamente come lo era lui.
«Ricordati che esiste
una cosa che fa male quanto la cattiveria: l’indifferenza.»
Non conoscevo Perlasca, ne avevo sentito parlare, ma non
sapevo cosa realmente avesse fatto. Mi sono andata a leggere delle notizie e ho
scoperto che era davvero un uomo Giusto, che ha fatto del suo meglio solo
perché era quello che andava fatto. Ha messo in pericolo la propria vita senza
volere nulla in cambio, senza cercare il riconoscimento pubblico, che infatti è
arrivato troppo tardi per lui.
Sono convinta che certi libri riesci a leggerli proprio nel
momento in cui ne hai maggiore bisogno. Questo è arrivato in un momento del
genere: grazie alle parole di Brigitte, ho capito la devastazione della guerra
e mi sono arrivate alla mente le ferite che in questo periodo le città ucraine
stanno subendo.
«La guerra. Fa parte
di noi. Della natura umana. Lottiamo per tutto. Per avere un gioco, per
accaparrarci il piatto migliore… Guarda noi ora, nonostante tutto, continuiamo
a lottare.»
questo mi manca ma lo voglio recuperare
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