Facciamo quattro chiacchiere: vi faccio vivere Più libri più liberi (giorno 4)

 


Sabato è stato il giorno dedicato alle vere e proprie spese in fiera.

Quest'anno gli acquisti sono stati mirati: libri in cinese per Figlio#2 che sta imparando la lingua e con queste fiabe ha trovato un ottimo strumento per esercitarsi (ma di questi libri parlerò in modo approfondito nei prossimi giorni, attendo che li legga e mi racconti il suo pensiero); libri con testo CAA, per permettere a tutti i bambini di avvicinarsi alla lettura in modo autonomo; un testo che userò sicuramente in classe perché racconta i grandi scienziati e le grandi scienziate quando erano bambini (anche di questo testo ne parlerò approfonditamente nei prossimi giorni). Poi ci sono stati due acquisti "futili" (si fa per dire): la maglietta di PLPL e la matita, che andrà ad arricchire la mia già ben nutrita collezione.

Chiaramente non mi sono fermata al giro degli acquisti, ma ho anche seguito alcuni eventi. Il primo della giornata è stato molto tecnico. Era un'analisi di come si sta evolvendo l'editoria rivolta ai bambini e ai ragazzi. Amo molto questo genere di libri, un po' per "deformazione professionale", un po' perché spesso sono proprio belli e ben fatti, dei veri e propri gioielli e un po' perché mi piacciono le storie, le trovo molto interessanti per temi e per originalità nella narrazione. Dall'incontro è emerso che la quota destinata alle novità per bambini e ragazzi è aumentata nel corso di questi anni, soprattutto durante la pandemia, ma i dati evidenziano ancora una larga fetta di non lettori nella fascia 0-14. In realtà i titoli per bambini in età prescolare hanno numeri molto più alti di quelli per preadolescenti e la cosa è preoccupante per il fatto che la fascia di età 11-14 dovrebbe poi essere quella che traghetta il lettore giovane verso quello che sarà il lettore adulto. Sarebbe interessante uno studio che evidenziasse quanti dei ragazzi lettori della fascia 11-14 diventino poi dei forti lettori in età adulta. Preciso che con il termine lettori forti si intende coloro che leggono dagli 11 ai 20 libri in un anno (va bene, io sono fuori classifica!).

In seguito ho partecipato alla presentazione dell'ultimo libro di Manzini: La mala erba di Sellerio.


Autore: Antonio Manzini

Titolo: La mala erba

Editore: Sellerio editore Palermo

Data di pubblicazione: 27 settembre 2022

Pagine: 368

Nella cameretta di Samantha spicca appeso al muro il poster di una donna lupo, «capelli lunghi, occhi gialli, un corpo da mozzare il fiato, gli artigli al posto delle unghie», una donna che non si arrende davanti a nulla e sa difendersi e tirare fuori i denti. Samantha invece, a 17 anni, ha raccolto nella vita solo tristezze e non ha un futuro davanti a sé. Non è solo la povertà della famiglia; è che la gente come lei non ha più un posto che possa chiamare suo nell’ordine dell’universo. Lo stesso vale per tutti gli abitanti di Colle San Martino: vite a perdere, individui che, pur gomito a gomito, trascinano le loro esistenze in solitudine totale, ognuno con i suoi sordidi segreti, senza mai un momento di vita collettiva, senza niente che sia una cosa comune. Sul paese dominano, rispettivamente dall’alto del palazzo padronale e dal campanile della chiesa, Cicci Bellè, «proprietario di tutto», e un prete reazionario, padre Graziano. I due si odiano e si combattono; opprimono e sfruttano, impongono ricatti e condizionamenti. Cicci Bellè prova un solo affetto, per il figlio Mariuccio, un ragazzone di 32 anni con il cervello di un bambino di 5; padre Graziano porta sempre con sé il nipote Faustino, bambino viziato, accudito da una russa silenziosa, Ljuba. Samantha non ha conforto nel ragazzo con cui è fidanzata, nemmeno nei conformisti compagni di scuola; riesce a comunicare solo con l’amica Nadia. Tra squallide vicende che si intrecciano dentro le mura delle case, le sfide dei due prepotenti e i capricci di un destino tragico prima abbattono la protagonista, dopo le permettono di vendicarsi della sua vita con un colpo spregiudicato, proprio come una vera donna lupo; un incidente, un grave lutto, un atto di follia sono le ironie della vita di cui la piccola Samantha riesce ad approfittare. La penna di Antonio Manzini, che ha descritto un personaggio scolpito nella memoria dei lettori come Rocco Schiavone, raffigura individui e storie di vivido e impietoso realismo in un noir senza delitto, un romanzo di una ragazza sola e insieme il racconto corale di un piccolo paese. Una specie di lieto fine trasforma tutto in una fiaba acida. Ma dietro quest’apparenza, il ghigno finale della donna lupo fa capire che La mala erba è anche altro: è un romanzo sul cupio dissolvi di due uomini prepotenti, sulla vendetta che non ripristina giustizia, sul ciclo inesorabile e ripetitivo dell’oppressione di una provincia emarginata che non è altro che l’immensa, isolata provincia in cui tutti viviamo.

Come sempre le presentazioni di Manzini sono uno spettacolo, quasi comico... Manzini ha la capacità di catturare l'attenzione degli spettatori in modo mirabile. I suoi riferimenti, le sue battute, che hanno anche un sapore politico, sono sottili e mirate.

Parlando del suo libro, Manzini ha offerto nuove chiavi di lettura. Non si è soffermato a evidenziare i personaggi, ad eccezione di Samantha, ma ha parlato di cosa rappresenti il paesino di 300 anime dove la vicenda è ambientata. Colle San Martino è un po' un personaggio anche lui, è una cornice che ha un ruolo predominante. In realtà, benché Colle San Martino non esista, questo piccolo paese è ispirato a un borgo presente sulle montagne dell'appenino laziale-abruzzese, un luogo iper realista e al tempo stesso mitologico dove coabitano gli archetipi del genere umano. Infatti, se è vero che non esiste un Cicci Bellè, è altresì vero che molti dei personaggi di questo romanzo sono ispirati a persone che abitano il paese ispiratore della serie. Sono una sorta di imago dell'Italia stessa. In questo piccolo luogo ogni abitante è "pronto alla sopravvivenza" e quindi poco disponibile a mostrare empatia verso l'altro. Samantha è un'altra chiave di lettura. Nell'arco narrativo della vicenda, che dura poche settimane, Samantha cresce molto, non solo in senso anagrafico, perché da 17enne diventa 18enne, ma proprio come personaggio. Ella è costretta a crescere suo malgrado molto rapidamente. Possiamo dire che è la contraddizione del paese, ragiona in modo diverso, questo piccolo luogo le sta stretto, vorrebbe fuggire via, ma si trova a doversi assuefare al paese, come fa una "mala erba" nei giardini. C'è poi la chiave di lettura legata alla religiosità mista di superstizioni. Il credo dei paesi piccoli si innesta nel profondo dei tempi ed è quello che trasforma i racconti che ogni famiglia tramanda. In questo la religiosità vissuta nel paese è quella di questa Italia in cui dei pagani diventano santi, cambiano i nomi, ma i riti hanno quel qualcosa di magico e di superstizione.

Termino con la frase con cui ha chiuso la presentazione l'autore stesso: "I libri non sono risposte, sono quesiti". I libri devono farci incuriosire e attivare al fine di trovare noi stessi le risposte.



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