Recensione: Una festa in nero di Alice Basso

Autore: Alice Basso

Titolo: Una festa in nero

Editore: Garzanti

Data di pubblicazione: 23 aprile 2024

Pagine: 320

Torino, 1935. I fari della Balilla Spider Sport fendono il buio della notte. Il fatto che al volante ci sia una donna potrebbe sembrare strano, ma non se si tratta di Anita. Sono mesi, infatti, che fa cose poco consone, per non dire disdicevoli, sicuramente proibite. Come rimandare il matrimonio con Corrado solo per il desiderio di lavorare. Oppure scrivere, sotto lo pseudonimo di J.D. Smith, racconti gialli ispirati a fatti di cronaca per portare un po' di giustizia dove ormai non ne esiste più. Un segreto che condivide con Sebastiano Satta Ascona, direttore della rivista «Saturnalia». E a essere sinceri scrivere non è l'unica cosa proibita che fanno insieme... Ma ora qualcosa è cambiato ed è il motivo per cui Anita si trova a bordo di una macchina. Qualcuno ha iniziato a seguirli e con le spie meglio non scherzare, di questi tempi. Meglio fare quello che chiedono. Anche se non è giusto. Anche se le richieste minacciano di stravolgere l'esistenza pacifica degli amici più stretti: la saggia Clara, l'irriverente Candida, la dolce Diana, l'affascinante Julian, il ribelle Rodolfo e, ovviamente, Sebastiano. Il suo Sebastiano. Perché vivono in anni così difficili? Perché non possono fidarsi di nessuno? Perché non smettono di attirare attenzioni indesiderate? Anita non ha le risposte, ma i protagonisti delle storie gialle che ha imparato ad amare la esorterebbero a non avere paura. Perché il pericolo è il sale della vita. Eppure, Anita non è abituata a fuggire. Non è abituata a mentire. All'improvviso, si trova in uno dei racconti di J.D. Smith e non ha la minima idea di come potrà andare a finire. Ecco a voi un nuovo romanzo con protagonista Anita, sempre più coraggiosa e spericolata. L'amore la travolge, l'amicizia la commuove, le responsabilità la fanno crescere e il destino la mette alla prova come non mai. Come una vera eroina della letteratura.

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Con questo romanzo siamo arrivati alla conclusione della serie, lasciare Anita Bo e Sebastiano Satta Ascona mi dispiace un po’. Tutte le volte, quando una serie che mi appassiona giunge al capitolo finale, per me è un po’ un dolore, non sono pronta a lasciare andare per sempre i miei beniamini.

Devo ammettere però che Alice Basso è riuscita ancora una volta a stupirmi. Perché l’avventura che Anita, Sebastiano e tutti gli altri si trovano a vivere questa volta è veramente coinvolgente. Sei lì che partecipi in tutto e per tutto alla preparazione del piano e il colpo di scena a ridosso della fine del libro ti coglie impreparato. Che poi, a pensarci bene, è giusto così, perché altrimenti veniva meno un po’ di pathos e un po’ di Storia. Anita non poteva che comportarsi in quel modo!

Nel corso di questi cinque libri abbiamo vissuto gli ultimi sei mesi del 1935, con i cambiamenti politici che ci sono stati, le decisioni del governo, la figura della donna e gli usi e i costumi di quel periodo. È stata una bella immersione nel mondo del ventennio. Il tutto descritto con ironia e anche con un tocco di commedia, con tanti riferimenti alla letteratura giallistica. Come sempre, Basso è precisa nel raccontare i fatti storici e le licenze poetiche che si concede le spiega bene nella postfazione. Si vede chiaramente che dietro al romanzo c’è un approfondito studio preliminare.

Ogni volume della serie ha un argomento principale a cui dare risalto, siamo passati dalle case di tolleranza alla nascita del cinema e qui ci troviamo a parlare di servizi segreti. Nel racconto notiamo come “le spie” cercavano di eliminare coloro che erano considerati pericolosi e seguiamo le macchinazioni e le bugie che venivano orchestrate pur di rimuovere coloro che erano indesiderati.

Non mi spingo a dire di più perché rovinerei il gusto della lettura; essendo questo un romanzo giallo, è doveroso lasciare tutto in sospeso.

Io ho amato ogni singola parola di questa ultima avventura. Mi sono trovata a provare pena per Corrado e Mariele, che non hanno goduto della mia simpatia fino a questo volume. Ho pianto per Anita, però così doveva andare e, anzi, alla fine sono stata felice della decisione presa dalla nostra eroina, che ha dimostrato ancora una volta di essere una donna forte, molto bella ma per niente stupida. In realtà sapeva ben giocare le sue carte e, se le conveniva, sapeva fare la stupidina.

Ho amato Candida, perché ha dovuto muoversi per tutta la vita in un mondo che le stava stretto, ma non ha mai smesso di spingere le sue allieve a pensare.

I romanzi di Alice Basso sono completi perché sanno intrattenere, perché la storia scorre via piacevole e ci scappano pure delle risate, santa polenta fritta! Eppure non sono libri banali, ci raccontano una cultura che motiva le azioni dei personaggi. Raccontano fatti storici dettagliati e precisi, con riferimenti al mondo delle arti come la letteratura e la musica. Soprattutto il linguaggio usato è coerente con l’epoca raccontata, spesso ci sono parole ricercate e arcaiche (che io sono andata a cercare sul vocabolario). Ecco, questa è una cosa che mi piace dei romanzi di Alice Basso: imparo sempre qualcosa di nuovo!

Assolutamente da leggere, ma non solo questo, tutta la serie!

 


La serie di Anita Bo è così composta:

1) Il morso della vipera (recensione)

2) Il grido della rosa (recensione)

3) Una stella senza luce (recensione)

4) Le aquile della notte (recensione)

5) Una festa in nero

 


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