Facciamo quattro chiacchiere sulla Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio

 


Parlare di ciò che fa paura non ci rende deboli, ma ci avvicina un po’ di più agli altri e a noi stessi.

Credo sia sempre importante parlare anche di quei temi “scomodi” che ci mettono a disagio e che spesso tendiamo ad accantonare. Proprio per questo oggi voglio affrontarne uno difficile, ma necessario.

Perché lo faccio? Perché le notizie che arrivano dai telegiornali sono sempre più frequenti e dolorose. Troppo spesso sentiamo di ragazzi che scelgono quel gesto estremo come risposta al loro dolore. Certo, il suicidio non riguarda solo i giovani, ma è da loro che forse dobbiamo partire: ascoltarli, parlare, aprire spazi di confronto.

Il 10 settembre, infatti, si celebra il World Suicide Prevention Day, la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità insieme alla Federazione Mondiale per la Salute Mentale e all’Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio.

Come ripeto spesso, le giornate dedicate hanno proprio il compito di farci fermare e riflettere su temi che tendiamo ad allontanare da noi. In questo caso ci offrono l’occasione per prendere coscienza della nostra salute fisica e mentale, ma anche per rivolgere più attenzione alle persone che ci circondano. È un argomento delicato, che va trattato nelle sedi opportune, certo. Ma ciascuno di noi, nel suo piccolo, può fare la differenza.

Vorrei allora consigliarvi tre libri che, in modi diversi, possono offrire spunti di riflessione e aiuto:

“Tredici” di Jay Asher

  • Un romanzo che racconta i motivi che hanno spinto una ragazza adolescente a togliersi la vita. Il suo amico Clay trova le cassette che Hannah ha registrato, una per ogni persona che ha avuto un ruolo nella sua decisione. È una lettura dura e sconvolgente, ma che merita: ti costringe a riflettere, a guardarti dentro e a riconsiderare il tuo modo di relazionarti con gli altri.


  • “Andrea oltre il ragazzo dai pantaloni rosa” di Teresa Manes
    Una testimonianza toccante: quella di una madre che racconta i giorni successivi al suicidio del figlio. Un libro che ci fa sentire da vicino le emozioni di chi si trova a fare i conti con una realtà terribile, ma che porta anche un messaggio di coraggio e consapevolezza.


  • “La neve in fondo al mare” di Matteo Bussola
    La storia di un padre e di un figlio che non riescono più a comunicare. Non parla direttamente di suicidio, ma con delicatezza e profondità ci avvicina al malessere che tanti adolescenti vivono oggi.

Viviamo in una società che spesso non ci lascia il tempo di fermarci, di ascoltare, di prenderci cura degli altri. Corriamo sempre, voltiamo lo sguardo altrove.
Ecco, io oggi vorrei invitarvi a fare il contrario: a regalarvi del tempo, a offrirlo alle persone che amate, soprattutto ai più giovani. Perché a volte anche solo un piccolo gesto di ascolto può fare una grande differenza.




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