Recensione: Una conquista fuori menù di Felicia Kingsley
Autore: Felicia Kingsley
Titolo: Una conquista fuori menù
Editore: Newton Compton editori
Data di pubblicazione: 3 settembre 2024
Pagine: 512
Tra gli agenti speciali dell’FBI, Dwight
Faraday è il migliore: anticonformista, con il fascino del mascalzone, detiene
il record imbattuto di indagini risolte sotto copertura. È anche un cuoco
provetto, dunque è l’ideale per infiltrarsi nella brigata del ristorante
italiano che appartiene alla famiglia Villa, sospettata di avere legami con la
malavita di New York. Dwight, però, non ha fatto i conti con Julia Villa, la
figlia del proprietario: ragazza tosta e determinata a guidare gli “affari” di
famiglia, lo detesta sin dal loro primo, tempestoso incontro ed è intenzionata
a fargli capire chi comanda. Con la missione a rischio, Dwight è costretto a
cambiare piano: conquistare Julia per raccogliere le informazioni di cui ha
bisogno. Tra schermaglie affilate, sfide a colpi di fuori menù e provocazioni
al peperoncino, Dwight è pronto a scovare la ricetta giusta per arrivare al
cuore di Julia, che sembra ostinatamente immune al suo fascino. Ma se, alla
fine, fosse proprio l’inafferrabile agente Faraday a farsi prendere per la
gola? In cucina non ha mai fatto così caldo…
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Felicia Kingsley è una delle poche autrici
(forse l’unica) di cui posso tranquillamente dire che “ho letto tutto quello
che ha scritto”, mi manca giusto la lista della spesa (sempre che la scriva, ma
secondo me la scrive…) e sono completa! Ed è anche l’unica per la quale sono
disposta a fare file interminabili pur di ascoltare la sua presentazione… cosa
che ho fatto il 5 settembre u.s. alla Feltrinelli di Via Appia Nuova (e qui
devo ringraziare Giulia e Domiziana per avermi fatto compagnia).
Detto questo, a mo’ di disclaimer, posso parlare del libro.
Una
conquista fuori menù è un romanzo rosa, una bella commedia
romantica, autoconclusiva, ma che ammicca agli altri romanzi dell’autrice, ci
sono infatti alcuni easter eggs che
ti rimandano con i ricordi ad altre letture. Potrebbe benissimo rientrare a
pieno titolo nei chick-lit, perché
Julia è un bel personaggio femminile, una tipa che non si arrende, pur avendo
incontrato tante difficoltà. Julia fa i conti con il suo corpo che è dovuto
cambiare, con una relazione precedente che era tossica e soprattutto non del
tutto cristallina, con un ambiente intorno che potrebbe portare su una strada
ben diversa da quella che lei ha deciso di seguire. Ha un sogno e lo persegue,
con tentennamenti e battute d’arresto, ma lei va avanti. E certamente Dwight
non le ha reso la vita più semplice.
La storia tra Dwight e Julia si svolge a New
York, nell’ambiente italo-americano, con un po’ di influenza malavitosa. Quella
malavita fatta di estorsione, gioco d’azzardo, prostituzione e traffico di
droga, che spesso troviamo nei film americani quando i protagonisti sono di
origine italiana. Una malavita fatta un po’ anche di luoghi comuni. I due
protagonisti sono un agente FBI (Dwight) e una sospettata (Julia). Dwight si
infiltra nel ristorante di Julia sotto le mentite spoglie del cuoco Romeo
Corelli. Tutto perché al Bureau sono convinti che il ristorante entri in un
giro più grosso tenuto da un boss mafioso e che serva a riciclare denaro
sporco.
Tra equivoci, schermaglie, lotte in cucina,
incidenti e trappole investigative, tra Julia e Dwight inizia a cambiare
qualcosa. In modo lento, ma significativo, i due cuochi del Villa’s imparano a conoscersi e a
fidarsi l’uno dell’altra. Ho detto lento? Diciamo che qui lo Slow Burn è una lenta cottura che ti
incendia, perché per arrivare al primo bacio dobbiamo aspettare il capitolo 59,
quando la tensione tra i due è quasi palpabile, altro che “Miranda Stoller” con
il suo capitolo 52!
Una caratteristica poi di questa storia è
legata al trope She fell first but He
fell hardest. Non mi era mai capitato di leggere un romanzo con questo
aspetto, perché i personaggi maschili dei vari romanzi sono sempre super
innamorati e super romantici, ma qui si va oltre! Dwight è talmente tanto
innamorato da mettere a rischio il proprio lavoro.
«Credo di essermi innamorato, molto, di
Julia. Non riesco e non voglio più incastrarla nella honey trap. Mi sa che
quello caduto in trappola sono io».
Troviamo poi il tutto condito con una Forced Proximity, perché Julia e Romeo,
ma soprattutto Julia, devono dividersi la cucina e il comando della brigata,
sono quindi molto tempo a stretto contatto. Questa vicinanza forzata non aiuta
inizialmente, quando l’odio tra loro è più forte. C’è poi anche la vicinanza
che Romeo si impone per poter meglio verificare i traffici della famiglia
Villa.
In tutto questo fanno da contorno tanti
personaggi, alcuni che attirano subito le simpatie del lettore, altri che
vorresti poter fare fuori. Personalmente ho odiato dal primo istante sia
Dominic, l’ex di Julia, sia Angelo, il fratello di Julia. Ma, mentre Dominic lo
ho detestato fino alla fine, Angelo un pochino lo ho rivalutato. Non tanto, ma
gli voglio dare fiducia.
Ho amato subito Liza, che è una amica vera, quasi meglio di una sorella. Pronta ad aiutare, a sostenere, ma anche capace di far sentire il proprio parere. Inizialmente sembra un’oca giuliva, ma secondo me è solo un atteggiamento di facciata, perché i suoi pensieri in realtà sono ben profondi. Una persona speciale è Gualtiero, il padre di Julia. Certo, lo capisci meglio nella seconda parte del romanzo, ma è un uomo onesto e che ama la famiglia sopra ogni cosa, mai vorrebbe vedere i suoi figli invischiati in qualcosa di losco o di pericoloso. E poi c’è il capitano Bristol. Non è solo un capo dell’FBI, è un uomo saggio e che ha a cuore i propri agenti. Una guida, quasi un padre, capace di incoraggiare chi ha necessità di essere rimesso in riga.
Come dicevo all’inizio, ho letto tutta la
produzione della Kingsley, amo il suo stile divertente, frizzante, ironico,
ricco di dialoghi che tengono viva l’attenzione e con tanti colpi di scena, che
a volte riescono a lasciarti senza fiato. C’è poi quel giusto grado di
piccantezza delle scene più erotiche. In questo romanzo non ce ne sono
tantissime, ma le aspetti e le gusti tutte, perché ci si arriva con un certo
carico emotivo. Altro aspetto che apprezzo molto è l’inserimento di easter
eggs, mi ritrovo sempre a cercare i collegamenti con i romanzi già letti.
Collegamenti inseriti sempre con oculatezza e non tanto per… Questa volta poi
ho trovato la mia amata Riley di Una
Cenerentola a Manhattan! La presenza di questi riferimenti agli altri libri
non pregiudica la lettura, però, per mio gusto personale, consiglio di leggere i
romanzi che hanno come protagonisti Blake e Summer, ovvero Due cuori in affitto e Innamorati
pazzi (e, se vi va, anche Lo
Spezzacuori), perché la coppia Blake/Summer è importante in questo
racconto.
La narrazione è coinvolgente, apprezzo molto la scelta di narrare gli eventi in prima persona e con il pov alternato.
Non mi resta altro che consigliare la
lettura. Una storia davvero bella e come sempre ben strutturata.
Libri dell’autrice:
La verità è che nonti odio abbastanza
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