#plpl18 -puntata 1- Giochiamo a rivivere la storia
Inizio a raccontarvi le
mie giornate a Più Libri Più Liberi
dal primo evento cui ho partecipato.
Perché ho scelto questo intervento:
mi aveva
incuriosito il titolo, ho pensato potesse essere utile anche nella didattica,
magari poteva darmi qualche spunto di riflessione spendibile nel mio lavoro.
Questo appuntamento era la presentazione del libro Le guerre di carta 2.0. Giocare con la storia nel terzo millennio
di Riccardo Masini e Sergio Masini.
Nella sala erano presenti
gli autori ed Emiliano Sciarra, un incontro a cura di Edizioni Unicopli.
Autori: Riccardo Masini e
Sergio Masini
Titolo: Le guerre di carta
2.0. Giocare con la storia nel terzo millennio
Casa Editrice: Unicopli
Data di pubblicazione: 26
marzo 2018
Pagine: 283
L'essere umano, da sempre,
gioca. Per diletto, per scommessa... talvolta per semplice desiderio di
evasione. Ma cosa accade quando il gioco non si allontana dalla realtà, bensì
cerca di ricostruire i grandi eventi militari e politici? Quando, insomma,
diventa gioco di simulazione storico? Partendo dalla loro lunga esperienza di
storici, studiosi e giocatori, gli autori de "Le Guerre di Carta 2.0"
offrono un'ampia e accessibile panoramica di questo fenomeno ludico con tre
obiettivi di fondo: esporre le caratteristiche principali (e le
contraddizioni...) di un mondo affascinante ma spesso poco conosciuto, fornire
alcuni punti di riferimento iniziali per chi voglia esplorarlo in prima
persona, approfondire le più recondite dinamiche di questi giochi e di chi li
pratica anche dal punto di vista sociale e psicologico.
Emiliano apre l’incontro
dicendo che questo libro è un aggiornamento di un precedente volume, ormai
introvabile. Questa riedizione si è resa necessaria perché molta parte
dell’aggiornamento riguarda l’evoluzione del wargame.
Riccardo: In questo libro viene messo in evidenza il mondo del gioco storico. Si mette il
giocatore nei panni dei protagonisti. Infatti parte preponderante di questi
giochi sono i wargame che ricreano le grandi battaglie. Il primo libro Le guerre di carta è di 40 anni fa.
Quindi Riccardo presenta i
vari giochi a partire dal 1975. Sono giochi che ricreano delle battaglie vere e
nel libro si parla dei giochi del passato fino ad arrivare ai giochi più
moderni. Egli presenta
un excursus sulla storia del gioco storico e sulle sue modificazioni, anche
grafiche e di componentistica.
Riccardo prosegue il suo
discorso facendo notare come il libro sia stato strutturato con
delle finalità, degli obiettivi dichiarati o meno.
Il libro ha degli obiettivi dichiarati perché questo tipo di gioco è una
passione molto forte.
A molti di questi wargame partecipano anche grandi
storici. Questo fa sì che le ricostruzioni storiche siano precise. Una
caratteristica del wargame italiano è proprio uno stretto rapporto con la
storiografia.
Il libro ha poi degli obiettivi nascosti, qualcosa
in più da dire. Il libro, infatti, è rivolto anche ai curiosi. Il gioco storico
narra battaglie reali. È analisi della politica.
Sergio: È
calarsi nel mondo della storia. È dare vita al desiderio di entrare nella
storia. È un confrontarsi con la storia.
Riccardo: La
simulazione è un modello per analizzare in modo scientifico il fatto storico.
Il gioco storico è una visione del mondo, ci permette
di fare una analisi del contesto culturale e quindi l’evoluzione dei fatti.
C’è poi un altro intento, quello di sfatare alcuni
“miti” sul gioco storico.
Sergio: L’evento
viene esaminato in tanti aspetti, compreso quello statistico.
Riccardo: Il
divertimento nel gioco storico non è necessariamente la vittoria, ma è l’essere
dentro la storia. È cercare di fare la battaglia e mettere in difficoltà
l’altro, entro certi limiti.
Emiliano: Il gioco storico
è vivere la storia. I giocatori collaborano per vedere cosa sarebbe successo
se... Come sarebbe andata la battaglia
in determinate condizioni.
Sergio: Infatti
è fare un esperimento.
Riccardo: Ci
sono poi dei falsi miti interni al gioco stesso. Il gioco non dà la conseguenza
diretta: io gioco e simulo la situazione. Il gioco storico non ci mette mai nei
panni del comandante, ci mette di fronte ad una situazione complessa. Siamo nelle condizioni dello storico,
di colui che fa delle ipotesi. Colui che osserva le dinamiche.
Riccardo fa una piccola
digressione spiegando la differenza tra gioco di ruolo e wargame.
Nel wargame c’è un distacco.
Sergio: Gli
wargame nascono nel ’700 quando si è cercato di scrivere le regole della guerra. Gli wargame sono proprio l’evoluzione di
quelle teorizzazioni.
Proseguendo nella
discussione, Riccardo afferma che il libro ha l’intento di sfatare altri miti.
Si parte dal wargame in
senso stretto per arrivare al gioco storico. Per giocare la storia e per
analizzarla.
Sergio: Con il
wargame è importante ristabilire il contatto umano, ci vediamo e giochiamo
insieme. Al termine di una serata di gioco ho capito il fatto storico e mi sono
divertito.
Prima di salutare, Riccardo
fa presente che il wargame è un nuovo modo anche di fare didattica. Infatti, le
nozioni che sono state vissute vengono ricordate meglio. È apprendimento per
esperienza.
Riccardo è un appassionato
del wargame e su questo argomento ha un blog: Wlog.
Al termine dell’incontro
ho chiesto all’autore se potevo utilizzare le foto fatte durante la
presentazione ed egli me ne ha gentilmente concesso l’uso.
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