Segnalazione: Paorle di Anita Sessa
Titolo: "Parole"
Autore: Anita Sessa
Editore: Dri Editore
Genere: Contemporary Romance
Formati disponibili: ebook 2.99/ cartaceo 14.99
Lancio: 24 giugno (presentazione ufficiale in occasione del Festival Romance
Italiano)
Sinossi:
Disincantata, cinica, un po’
scontrosa: questo è ciò che è diventata Livia dopo la morte della madre.
Studentessa universitaria di giorno, cameriera in una trattoria in provincia di
Pesaro la sera, Livia affronta la vita da sola giorno dopo giorno. Complice uno
scambio di battute scritte a lettere cubitali sul fondoschiena di una modella
di intimo, ritratta su un poster pubblicitario, Livia conosce Jacopo, manager
di trentanove anni impiegato nel campo del marketing e con un matrimonio ai
titoli di coda. A suon di battute al vetriolo e scontri verbali, Livia e Jacopo
inizieranno un rapporto perennemente in bilico, proteso verso qualcosa che
potrebbe essere se solo entrambi si lasciassero andare.
Anita Sessa ci regala questa
volta, dopo il regency di grande successo La Sposa Inglese, una delicata storia
d’amore tra due persone profonde e affascinanti. Due anime molto diverse ma al
contempo molto affini. Riusciranno entrambi a lasciarsi andare e superare
quello che la vita sembra avergli tolto in passato? Non lo possiamo sapere
senza leggere il libro, quello che sappiamo però è che Anita si è superata
questa volta, lasciandoci intravedere qualcosa più in profondità di se stessa.
Grazie
*****
ROMANZO AUTOCONCLUSIVO *****
E' in
preorder Parole, il nostro nuovo romance contemporaneo in
uscita lunedì 24 giugno. Il titolo resterà in offerta, fino a
domenica, a 1,99 euro e lo trovate a questo link: https://amzn.to/2Kt8e3q
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occasione dell'uscita, troverete in offerta anche La
sposa inglese, che resterà acquistabile a 1,99 euro sempre fino a
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ESTRATTI:
“Stereotipi e sfruttamento
del corpo femminile, eh? So cosa odi, ma sarebbe interessante capire cosa ti
piace.”
“Non molte cose. Gli
interrogatori, per esempio, no.”
Trattiene un sorriso e,
stranamente, inizio anche a sentirmi a mio agio in una situazione che ha del
paradossale. Sembra quasi l’inizio di una barzelletta: un uomo e una donna si
conoscono per caso dopo aver scarabocchiato il culo finto di una bionda...
“Quanti anni hai, Livia?”
Tamburello con le dita sul
tavolo tra noi.
“Venticinque.”
Resta in silenzio,
aspettandosi forse che io gli rivolga la stessa domanda. Quando il cameriere ci
serve, prendo il mio bicchiere e lo porto con tranquillità alle labbra,
uccidendo la sua speranza di sentirmi proferire spontaneamente parola.
“Io ne ho qualcuno in più”
dice dopo un po’.
“Ma sul serio? Io te ne
avrei dati quattordici.”
“In realtà sono solo
quindici.”
“Ah, ecco. Mi sono sbagliata
di pochissimo.”
Nello sguardo scuro e
brillante di Jacopo giurerei di scorgere dell’ammirazione.
“Demolisci sempre chiunque
cerchi di avvicinarti?”
“A volte li lascio in piedi
solo per vederli correre via da soli a gambe levate.” Questa risposta è
decisamente più sincera di quanto volessi e lui sembra accorgersene in qualche
modo.
“Magari qualcuno decide di
restare, alla fine. Dopotutto non sembri così terribile.”
“Perché liquidi tutto così?”
Serro gli occhi e le labbra, concentrandomi sul suo fiato
caldo che attraversa la mia maglietta e mi raggiunge la pelle.
“Chiunque ti guardi negli occhi si
rende immediatamente conto che hai sofferto, Livia. Anche quando fai di tutto
per dissimulare. Io voglio solo conoscere quel mondo che ti ostini a tenere
chiuso nel tuo cuore, lontano da tutto e tutti. So che, probabilmente, non hai
motivo di fidarti di me, ma voglio lo stesso meritarmi l’accesso a quel mondo.
Voglio scoprirti... poco per volta. Almeno permettimi di provarci.”
Le mie dita tremano quando si
infilano tra i suoi capelli scuri, lievemente arricciati dal sudore e dal
caldo. Lui solleva gli occhi scuri e limpidi nei miei, sorridendomi mentre porta
le sue mani sui miei fianchi esili. Lascia scivolare le dita sul mio corpo
ossuto, un corpo fragile che tenta disperatamente di essere forte. Lo lascio
fare senza oppormi, chiudendo di nuovo gli occhi e reclinando la testa
all’indietro. Le sue mani esplorano senza andare troppo oltre, ma facendomi
disperatamente desiderare che lo faccia.
“Mi sembra quasi di guardarti dentro
così” sussurra. “Credo che Tommaso D’Aquino abbia sostenuto che affermare che
la donna fosse formata dalla costola dell’uomo volesse indicare un vincolo
d’amore tra i due”.
Mi irrigidisco a quelle parole, ma
lui continua a insinuare le dita tra le mie sporgenze ossee.
“Forse non è amore, ma sento che tra
noi un vincolo, un legame, c’è. Ed è profondo, nonostante ti conosca poco e, soprattutto,
da poco”.
Con le dita trova una piccola insenatura, tra le ultime due costole sul lato sinistro. La guarda, mentre lascia scivolare lì l’indice.
Con le dita trova una piccola insenatura, tra le ultime due costole sul lato sinistro. La guarda, mentre lascia scivolare lì l’indice.
“È qui che mi auguro di stare, prima
o poi. Qui dove puoi sentirmi, nel bene e nel male, dove non puoi dimenticarti
di me. Voglio essere tuo amico, Livia, ma è difficile penetrare la tua corazza.
Fammi un po’ di spazio, non chiedo altro.”
Inspiro e il mio torace si gonfia
quasi fino a scoppiare. Poi, premo la mano sulla sua, spingendo in quel vuoto
quasi fino a farmi male.
“Accomodati. Ma non devi mentirmi mai.”
“Accomodati. Ma non devi mentirmi mai.”
Nel parcheggio vengo
sospinta da Jacopo contro l’auto con un’urgenza che non ho mai avvertito da
parte sua. Ciò che anima i suoi occhi è inconfondibile, perché mi ritrovo
spesso a vederlo nei miei: il bisogno.
Ha bisogno di me,
probabilmente per dimenticare, per assentarsi da questo mondo e tuffarsi nella
nostra piccola bolla privata dove tutto ha un senso. Lo capisco, lo accetto
anche, ma fa male sapere che sia il fatto di aver visto sua moglie ad averlo
ridotto in questo stato. Fa sempre male, con Jacopo, quando scopro di non
essere il centro vivo e pulsante dei suoi pensieri e la sensazione mi stravolge
e destabilizza. La sua smania, però, e il modo in cui mi tocca alimentano il
mio desiderio. Prima che possa anche solo pensare a quello che stiamo per fare,
mi ritrovo distesa sotto di lui, sui sedili posteriori del suo SUV. Siamo un
groviglio di braccia e gambe, di pelle che sfiora altra pelle, infiammandosi e
sgretolandosi per il piacere.
È in questo momento, mentre
lui si solleva per poi tornare giù, su di me e dentro di me, che capisco che
non voglio lasciarlo andare. Che quello che voglio sul serio è regalargli quel
briciolo di cuore che ancora mi è rimasto intero, che voglio impegnarmi con lui
e voglio che lui si impegni con me.
“Non mi dire mai bugie.”
Si spinge all’improvviso
dentro di me, fino in fondo, per poi fermarsi e guardarmi negli occhi. È
strano, quasi infervorato.
“Dillo, Livia. Dimmi quello
che già so.”
Chiudo gli occhi, aggrappandomi
al suo collo.
Mi sembra di stare sull’orlo
di un precipizio immenso.
Posso fidarmi di lui?
La paura di rispondere sì a
questa domanda quasi mi paralizza e tremo quando riprende a muoversi
lentamente. La sua bocca mi lascia una scia di teneri baci sulla mandibola,
seguendone la linea fino a raggiungere le labbra.
“Provi qualcosa per me,
Livia. Non è solo sesso, non è solo frenesia, pura attrazione. Provi qualcosa
di più profondo.”
No.
E sì.
Non saprei come rispondere.
Così apro gli occhi, ritrovandomi
i suoi, quasi incandescenti, a pochi centimetri. Una spinta, particolarmente
forte, mi fa sussultare e mi lascio sfuggire un gemito. Lui sorride,
scapigliato e sudato, bello come può esserlo un angelo.
“Credo di provare lo stesso
per te” sussurra, come se fosse normale.
E stranamente io lo accetto,
come se fosse normale. Il nodo con cui il mio cuore aveva deciso di
aggrovigliarsi si scioglie completamente e mi rilasso.
Chiudo gli occhi e mi tuffo
in quel precipizio, sperando di non schiantarmi mai, di continuare a vivere in
caduta libera e ebbra di felicità.
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