Incontro con… Marco Malvaldi
Il 17 gennaio 2019, presso
la Libreria Nuova Europa nel CC I Granai a Roma, ho assistito alla presentazione
dell’ultimo libro di Marco Malvaldi: La misura
dell’uomo.
Mi piace moltissimo questo
autore. È simpaticissimo nelle sue presentazioni e i libri che scrive sono
tutti molto interessanti. Per il momento io ho letto solo una delle sue opere,
ma con quella mi sono divertita da matti: La
briscola in cinque. Ora, siccome a breve ho intenzione di leggere il
seguito, con i vecchietti del BarLume protagonisti, ovvero Il gioco delle tre carte, ho preso al volo l’occasione di
incontrarlo e farmi firmare la mia copia.
L’incontro è stato
condotto da Massimiliano Coccia (giornalista di Radio Radicale).
Titolo: La misura
dell’uomo
Autore: Marco Malvaldi
Casa Editrice: Giunti
Editore
Data di pubblicazione: 6 novembre
2018
Pagine: 300
Ottobre 1493. Firenze è
ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo
hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario
contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di
credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico
il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita
di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l'aria mite di
chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con
la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al
contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È
Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia
di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto
nella guerra contro gli Aragonesi, ma affidando loro anche una missione segreta
che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su
cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un
invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore.
Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso
progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo:
un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non
appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna
allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo
non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. A cinquecento anni dalla
morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la
storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme
intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un
romanzo ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un'indagine
sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un
viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di
noi.
Nota: le parole dell’autore in blu e in corsivo.
Le domande e le
affermazioni di Massimiliano Coccia sono scritte in verde.
Marco Malvaldi ha conversato del suo libro con lo spirito
tipico dei toscani, in modo conviviale, raccontando aneddoti della vita di
Leonardo e arricchendo la conversazione con ricordi personali. Infatti tutta la
presentazione ha avuto un clima familiare, una sorta di racconto tra amici.
Stimolato da Massimiliano Coccia, Marco ha iniziato a parlare di questo libro
affermando che è nato come
lavoro su commissione. La Giunti mi ha convocato per affidarmi questo lavoro in
occasione dell’anniversario della scomparsa di Leonardo, avvenuta a maggio del
1519. Una volta accettato il lavoro, l’autore si è reso
conto che: Di Leonardo ne so abbastanza
da sapere che non ne so abbastanza. Quindi egli è ricorso agli
storici, agli esperti che ci parlano di Leonardo, ma questi libri di esperti
poco parlano dell’uomo Leonardo. Quindi Malvaldi si è dedicato allo studio
delle lettere e degli studi linguistici che il grande genio toscano ha
condotto. Da qui la scelta di scrivere un libro che ritragga il Leonardo uomo
che vive a Milano, dove è stato chiamato come intrattenitore di corte.
La scelta di ambientare il romanzo a Milano ci fa
vedere un Leonardo diverso.
Leonardo arriva a Milano non come pittore, non
come architetto, non come ingegnere. Leonardo arriva a Milano come musicista,
come suonatore e improvvisatore su una lira da braccio progettata e costruita
da lui stesso. È accompagnato dal suo aiutante Atalante.
Leonardo scrive quindi un curriculum a Ludovico
il Moro per indicare cosa vuole fare e cosa sa fare, un curriculum piuttosto
spassoso perché inizia scrivendo “so costruire fortezze inespugnabili, so
dragare fiumi, so bonificare paludi, sono anche un po’ pittore”, ma a metà
della lettere di presentazione si compromette promettendo di dare lustro alla
casata sforzesca con una statua equestre. La statua equestre è una fissazione
di Ludovico il Moro.
Malvaldi ha raccontato quindi quali erano le modalità di lavoro di
Leonardo. Chiaramente la statua equestre di Leonardo è un’opera mirabile e
studiatissima da tutti, è considerata la massima opera di Leonardo, ma ha una caratteristica che di solito è
sfavorevole alle opere d’arte: non è mai stata costruita.
Malvaldi quindi ha parlato
dell’attività di scultore e pittore di Leonardo con riferimenti all’opera di
Leonardo stesso.
All’interno del libro c’è un episodio che funge da
agente provocatore, ovvero che Leonardo è famoso per la sua conoscenza del
corpo umano. Infatti viene chiamato per risolvere un omicidio. Perché chiamare
Leonardo per risolvere il caso?
Io parto con l’idea di scrivere un giallo, per
cui, quando si scrive un giallo, è buona educazione ammazzare qualcuno e fare
in modo che all’interno della storia ci sia qualcuno che possa risolvere il
caso. In questo caso l’investigatore doveva essere Leonardo, in un posto che è
la Milano di fine Quattrocento, dove la giustizia era amministrata in modo
molto blando. Leonardo può investigare proprio per la sua conoscenza del corpo
umano.
Questo libro ci permette di conoscere Leonardo come
un uomo estroverso ed eccentrico.
Ho trascorso un’ora piacevolissima ad ascoltare Marco Malvaldi. Avevo già
avuto modo di incontrarlo in altre presentazioni e, come le altre volte, l’ho
trovato coinvolgente e anche preparato. Scherzando, egli ha raccontato fatti
personali (come il suo lavoro di dottorando di chimica) e fatti storici della
vita del genio toscano. Un momento divertentissimo è stato quando egli ha posto
l’accento sull’importanza delle lettere sia nella Storia del Quattrocento sia
nel suo romanzo. Ha raccontato anche come venivano condotte alcune pratiche,
specie quelle per garantire la procreazione. Interessante come poi ha esposto
il percorso biografico di Leonardo, da giovinetto a uomo adulto ed affermato.
Marco ha raccontato come Leonardo era affascinato dai problemi: tutto era un
problema da risolvere.
Al
termine dell’incontro l’autore si è fermato a firmare le copie del suo romanzo ed io
mi sono avvicinata con la mia bella copia del secondo volume della serie del
BarLume, Il gioco delle tre carte.
Lui ha sorriso della mia scelta, ma mi ha anche avvisata che è il peggiore
della serie. Ci siamo fermati a scambiare anche due parole e confermo che a mio
giudizio è simpaticissimo, una persona che mi piace tanto tanto. Ammetto che ho
voglia di leggere anche questa sua opera, perché la presentazione è stata
spassosissima.
Biografia di Marco Malvaldi
Marco Malvaldi è nato a Pisa
il 27 gennaio 1974. Chimico, ha esordito nel 2007 per Sellerio con La briscola in cinque, primo degli ormai
sette volumi dedicati ai “vecchietti del BarLume”, divenuti nel 2013 anche una
serie televisiva. Ha pubblicato inoltre i romanzi Odore di chiuso (Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello
Brignetti), Milioni di milioni, Argento vivo, Buchi nella sabbia, La
battaglia navale, Negli occhi di chi
guarda e i saggi L’infinito tra
parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges, Capra e calcoli. L’ eterna lotta tra gli
algoritmi e il caos,
Le due teste del tiranno. Metodi matematici
per la libertà, L’ architetto dell’invisibile
ovvero come pensa un chimico e Per
ridere aggiungere acqua. Piccolo saggio sull’umorismo e il linguaggio.
Le foto presenti nel post
sono state prese dalla pagina FB della Libreria e dal web con la ricerca Google
per le immagini,
è capitato anche a me di sentirlo ed è simpaticissimo!
RispondiEliminaè il tipico toscano, con il suo bell'accento.
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