Incontro con... Martin Rua



Il giorno 7 giugno 2018 nello spazio Feltrinelli presso la Galleria Sordi di Roma si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro di Martin Rua edito da Newton Compton editori, L’ultimo libro del veggente.



Titolo: L'ultimo libro del veggente (Prophetiae saga#3)
Autore: Martin Rua
Editore: Newton Compton editori
Data di pubblicazione: 3 maggio 2018
Pagine: 331

Francia, 1552. In fuga da nemici senza scrupoli che lo braccano per il tesoro che trasporta, Zanni Giustinian raggiunge a Salon-de-Crau l’amico Nostradamus, ormai rispettato per la sua fama di indovino. Giustinian gli affida sei gemme antiche dal valore inestimabile. Secondo le leggende, infatti, fanno parte di una serie completa di sette, le Clavicole di Salomone, che, una volta riunite, sarebbero in grado di aprire le porte del tempo e dello spazio.
Roma, giorni nostri. L’antiquario Lorenzo Aragona sta raggiungendo per cena il suo amico Adriano de Rossi, che poco tempo prima gli ha dato una dritta preziosa per concludere un ottimo affare. Lorenzo infatti è riuscito ad aggiudicarsi una gemma ricoperta di strani simboli, che potrebbe essere rivenduta a un buon prezzo. Al suo arrivo, però, Adriano è morto.

Parigi, giorni nostri. Il mondo è in ginocchio a causa di una serie di attacchi hacker che sembrano condotti grazie a una tecnologia ancora a livello embrionale: il computer quantistico. Ma chi domina le leggi ancora oscure della fisica?

Ho letto e amato tutta la trilogia. I personaggi sono diventati miei amici, ho sofferto con loro, sono stata in apprensione per loro e alla fine ho gioito della vendetta.

Martin Rua presenta L'ultimo libro del veggente, Newton Compton editori.
Interviene Fabrizio Falconi.
La presentazione è stata moderata da Fabrizio Falconi, autore, sempre per la Newton Compton, di saggi su Roma.

Falconi apre la presentazione partendo dall’etimologia della parola Esoterismo, visto che sulla fascetta editoriale è riportata una frase di La Repubblica: “Sa dare il giusto ritmo e trasforma l’esoterismo in narrativa”.
eoterismo s. m. [der. di esoterico]. – Carattere esoterico: l’e. di una dottrina, degli antichi misteri. Più particolarm., norma religiosa che vieta di rivelare, a chi non sia iniziato, certe parti segrete di un rito o di una dottrina religiosa. (Definizione tratta dal vocabolario Treccani)

Il libro di Rua ha tutte le caratteristiche per entrare nella sfera dei libri esoterici.
Falconi mette in evidenza da subito che il romanzo si snoda tra diversi piani narrativi che si incrociano, ma che sono ben riconoscibili perché Martin Rua colloca nello spazio e nel tempo le sue vicende, indicando ad ogni inizio capitolo dove e quando si svolge l’azione. Questo diventa fondamentale visto che la narrazione si sviluppa in un passato storico con la figura di Nostradamus. Siamo nel 1555 quando Nostradamus è convocato dal Re di Francia e quindi il veggente deve recarsi a Lione. C’è poi il livello attuale che si svolge a Roma e in Francia. In una Francia sotto attacco terroristico, questa volta un attacco hacker molto diffuso.

Falconi pone poi un accento importante sulla Nota dell’autore, dove viene evidenziato il lavoro di ricerca dello scrittore.

Falconi: L’intreccio di Martin è molto abile, la scrittura è valida e i personaggi sono empatici. Anche chi non ha letto i precedenti romanzi di questa Prophetiae Saga, può goderne tranquillamente. È sostanzialmente un thriller contemporaneo, però il vero motivo di interesse è che c’è molto scritto contemporaneo. Una cosa che mi è piaciuta molto nel libro è il fatto che Martin è un narratore onesto. Martin non manipola il lettore, svela sempre e lascia sempre intendere ciò che è vero e ciò che è inventato. Il libro deve essere plausibile. In questo tipo di libri è importante che il fatto sia plausibile, la veridicità non è necessaria, perché non è un saggio. È fiction, quindi è plausibile, ma non è vero. Questo Martin lo conduce con grande onestà.

Rua: Grazie Fabrizio per questa complicata introduzione. Mi rendo conto che è difficile cercare di comunicare tutto ciò che succede in questo libro. Il libro è la conclusione di una trilogia, è vero che il libro può essere letto in maniera indipendente, ma se venite dai precedenti capite un po’ di più e soprattutto capite chi è il Solitario. Questo agente segreto, di una sezione riservata dei servizi segreti francesi che è nata per lui. Perché lui ha questa caratteristica, questo potere che gli viene dalla sua parentela con Nostradamus. Questa sua qualità è messa a disposizione dei servizi segreti, nel primo romanzo dopo un lungo “travaglio” personale, nel secondo invece torna in gioco e alla fine è attivo nell’azione dei servizi. Nel romanzo c’è però una “furbata”. Nel senso che io vengo da un’altra trilogia sempre edita da Newton Compton, ambientata a Napoli dove il protagonista è un antiquario: Lorenzo Aragona. Totalmente diverso dal Solitario. Il Solitario, ovvero Gabriel Nostradamus, è un personaggio tormentato. Ha avuto una vita costellata di drammi, è un personaggio tormentato. Lorenzo Aragona è più scanzonato, è più alla nostra portata, è un esoterista, ma è più alla nostra portata, con lui si va volentieri a cena, con Gabriel meno. Molti lettori erano rimasti affezionati a Lorenzo e ne chiedevano un ritorno. E in questo romanzo ho fatto una cosa folle, li ho messi insieme. È stato difficile anche per me perché dovevo conciliare questo carattere più solare di Lorenzo con questo personaggio ombroso che è Gabriel. La cosa ha funzionato, perché ho cercato di arginare l’uno e aumentare l’altro. Fino a quando poi i due si separano. La cosa ha funzionato. È stato però come ritrovare un vecchio amico.
È stato poi posta l’attenzione sull’aspetto della tecnologia, che potenzialmente pericolosa, in questo romanzo diventa un’arma.
Quando è stato chiesto se ci fossero domande, io mi sono fatta avanti… il tempo era poco quindi ho potuto chiedere solo due cose, le altre curiosità le spedirò all’autore che ha promesso di rispondermi.
Come è nata l’idea di usare questo periodo storico, fatto di immigrazione e terrorismo per il tuo romanzo?
Volevo parlare al nostro presente, però volevo farlo in modo più internazionale. Lorenzo era molto radicato nella mia città, volevo allargare lo sguardo. Volevo qualcosa di forte, ma legato alla mia passione esoterica e ho trovato il collegamento nella Francia con Nostradamus, che ho reso un po’ un "Deus ex machina".
Domanda poi squisitamente personale.
Tu lo sai io sono affezionata ai tuoi personaggi. Perché hai inserito una donna, il capitano Moreau, in questo ambiente fatto di uomini?
Perché è una tosta! Essendo necessario un personaggio centrale e non solo la bella di turno che è trascinata, doveva essere una donna tostissima. E lei è tosta, ma anche dolce. È sempre a combattere il suo lato militare, con il lato più sensibile. Bilanciare questi due aspetti del capitano è stato un lavoro che mi è piaciuto molto come autore. Doveva esserci una donna in un posto preminente. Poi c’è anche la donna cattiva, perché essendo superiori in tutto, le donne sono anche dei super cattivi!!!


La presentazione è quindi conclusa con una lettura da parte di Martin, un brano scelto tra le pagine in cui è protagonista Nostradamus.

Quando è giunto il momento di salutarci ho potuto nuovamente abbracciarlo, avevo infatti avuto modo di incontrarlo al SalTO i primi di maggio. Anche questa volta sono stata felice di averlo incontrato. 

Tornata a casa ho inviato a Martin le mie curiosità e lui ha gentilmente risposto. Ecco qui quanto mi ha scritto.

L’azione del romanzo si svolge tra Roma, Francia e Olanda. Inoltre si passa dal passato di Nostradamus al presente contemporaneo e attuale. Per costruire una storia così “intrecciata”, con così tanti piani narrativi, ti prepari una scaletta?

Ho un odio viscerale per gli appunti, le scalette, gli schemi e quant’altro. Li uso solo quando proprio non posso farne a meno, sennò tengo tutto a mente. È anche un buon esercizio mnemonico.


Nostradamus è un personaggio fondamentale in tutti e tre i romanzi, quanto “studio” c’è dietro?
Abbastanza da rendere credibile la sua figura. Sarebbe stato però impossibile per me scrivere tre romanzi in due anni e mezzo, se avessi dovuto approfondire tutti gli aspetti di una figura così complessa come Michel de Nostredame e così mi sono focalizzato solo su alcuni episodi e alcune sue caratteristiche. Però ho anche inventato parecchio. È pur sempre un romanzo.

A volte nel tuo racconto sembra di essere una sorta di detective della storia… quali sono, se ci sono, i tuoi riferimenti? Non ti chiedo se ti documenti, perché lo dici bene nella Nota dell’autore al termine del romanzo, ma volevo sapere qual è la tua ispirazione letteraria…

Questo romanzo e questa serie in generale devono molto ad alcuni autori che eccellono nel genere romanzo d’avventura a sfondo esoterico-misterioso; scrittori come James Rollins in primis (non nascondo che la mia Horus si ispira alla sua agenzia Sigma), ma anche Steve Berry e, ma in maniera minore, Glenn Cooper.

Hai già in mente un progetto futuro?

Tanti, ma per ora non mi sbottono. Arriveranno grandi cose, comunque. Di questo puoi esser certa.

E io già sono in attesa delle sue future storie.

Le mie recensioni dei romanzi di Martin Rua sono state pubblicate sul blog La biblioteca del libraio. Le trovate qui:
#1 La profezia del libro perduto - recensione
#2 L'enigma del libro dei morti - recensione
#3 L'ultimo libro del veggente - recensione



Commenti

  1. Grazie sempre per il tuo affetto, Manuela.
    <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te per la disponibilità. E grazie per le storie che scrivi, mi piacciono molto.

      Elimina

Posta un commento