Recensione #1: Cento giorni di felicità di Fausto Brizzi


Autore: Fausto Brizzi
Titolo: Cento giorni di felicità
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 12 novembre 2013
Pagine: 393
Trama
Cosa faresti se mancassero cento giorni alla tua morte? Non a tutti è concesso di sapere in anticipo il giorno della propria morte. Lucio Battistini, quarantenne ex pallanuotista con moglie e due figli piccoli, invece lo conosce esattamente. Anzi, la data l'ha fissata proprio lui, quando ha ricevuto la visita di un ospite inatteso e indesiderato, un cancro al fegato che ha soprannominato, per sdrammatizzare, «l'amico Fritz». Cento giorni di vita prima del traguardo finale. Cento giorni per lasciare un bel ricordo ai propri figli, giocare con gli amici e, soprattutto, riconquistare il cuore della moglie, ferito da un tradimento inaspettato. Cento giorni per scoprire che la vita è buffa e ti sorprende sempre. Cento giorni nei quali Lucio decide di impegnarsi nella cosa più difficile di tutte: essere felice. Perché, come scriveva Nicolas de Chamfort, «la più perduta delle giornate è quella in cui non si è riso».


e anche più...

Non si può raccontare la trama di questo libro, rischi solo di fare spoiler… quindi vi parlo di quello che mi ha fatto provare, di quella ridda di emozioni che mi ha attanagliato il cuore. Non ho pianto (ho versato solo un paio di lacrime, molto contenute e molto silenziose), ma il mio organo vitale era strizzato in una morsa d’acciaio...
Cento giorni… sicuramente a tutti noi, come a Lucio, sono venuti in mente i nostri cento giorni prima della maturità. Io non ho un bel ricordo di quei miei cento giorni, ma soprassediamo. Questi Cento giorni sono un po’ diversi…un po’ tanto diversi.
-         E come li vuoi passare questi cento giorni?
Con questa domanda parte il personale conto alla rovescia di Lucio.
Morituro. Sono un morituro. Mi piace. Mi sento quasi un eroico gladiatore pronto all’ultima battaglia davanti al pubblico festante. La mia tigre si chiama Fritz.
Quando ho iniziato a leggere questo romanzo, mi sono stati dati due consigli: non leggerlo in pubblico e tieni vicino una scatola di fazzoletti. Ora, io sono ben nota come “lacrima facile” anche in famiglia… insomma piango guardando Dumbo e non posso più vedere Marcellino pane e vino, perché inizio a piangere dal primo minuto… Capirete, dunque, con quale spirito ho iniziato a leggere il romanzo!
Comunque, ho iniziato la lettura e mi sono trovata subito davanti ad un racconto divertente, tristemente ironico… poi sono arrivata al giorno -69 e la prima lacrima è scesa. Non ho resistito, sono andata a spoilerarmi il giorno 0. Ho letto una frase che mi ha fatto capire e confermato i sospetti. Ho dovuto chiudere un attimo il volume, respirare e riprendere il coraggio di andare avanti. Sono tornata al giorno -68 e ho odiato Paola, ma le lacrime scendevano piano e ho dovuto obbligarmi a chiudere il libro. Continuavo a pensare: e se fossi io in quella situazione? Mi sono trovata a fare elenchi, ricordare giorni memorabili, dividere le cose in amo/odio, ho contato ore e suddiviso in ore piacevoli e ore sprecate…
E ho scoperto che la mia vita, riassunta con freddi numeri, mi mette un po’ di tristezza.
Durante la “sosta di lettura forzata”, mi sono messa a trascrivere citazioni, ero in lotta con me stessa… volevo leggere, ma allo stesso tempo non ce la facevo.
Questo romanzo è una sorta di promemoria, una lezione di vita. Ti fa pensare, ti aiuta a evitare gli errori quotidiani, ti porta a guardare con occhi diversi quelle cose che sono trascurate, perché tanto pensi che avrai tempo, e se poi il tempo non lo hai?
-         Alla fine, Lucio mio, il senso della vita è dare un morso a una ciambella calda.
Tra tutte le innumerevoli frasi che ho trascritto sul mio quaderno, quella che mi ha fatto fermare a riflettere è la seguente…
Quanti sono i giorni che ricordate bene della vostra vita? Quelli speciali che potreste raccontare anche a tanti anni di distanza. E quanti sono invece quelli normali in cui non accade niente degno di nota e che scivolano via anonimi?
Sicuramente, come per Lucio, i secondi sono di più, ma alcuni giorni li ricordo veramente bene, c’ho pensato e ho fatto la mia lista e mi sono accorta che sono tutti legati ai miei familiari, i miei genitori, mio marito e i miei figli… anche l’unico giorno bruttissimo che ricordo è comunque legato a loro.
In questa storia, Lucio ci fa guardare al ruolo fondamentale dei nonni, delle mogli e dei mariti, dei veri grandi amici, quelli che ci saranno sempre, ti fa dare valore alla gioia che proviamo quando guardiamo i nostri figli. Lucio, inconsapevolmente, ci fa fare un lungo viaggio nostalgico, portando a galla tutte le nostre emozioni, comprese quelle che vorremmo tener nascoste, anche a noi stessi. Lucio ci pone una battuta d’arresto, ma è anche una sorta di pungolo, ci spinge a dare di più.
Fate fate fate, anche a costo di sbagliare. E se sbagliate e causate del male a qualcuno, chiedete scusa. Chiedere scusa e ammettere un errore è la cosa più difficile di tutte.
Sono felice di aver letto questo romanzo. È stata una lettura fatta di emozioni, non erano solo parole, non era solo una storia, era (dovrei dire è) un dialogo interiore con te stesso. È la luce della ragione che ti fa capire le sensazioni più profonde.
«L’importante è che la morte ci trovi vivi».



Commenti

  1. Mennaaaaaaaaaaa che recensione fantastica! inizi col botto brava!

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  2. Chicca grazie... tengo molto a questo libro. Grazie!!!

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  3. Bravissima Manuela!
    Complimenti per il blog e per la recensione che mi ha fatto rivivere le emozioni provate durante la lettura!
    Un bacione

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  4. Letto anche io!!!! Da paura!!!!! Emozioni a palla!!!!

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  5. mi viene voglia di leggerlo e di nn leggerlo sono come te! brava manu complimenti e auguri per il tuo blog

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  6. Mi trovo incuriosita (e voglio mangiare una ciambella calda!).
    Non è il mio genere, ero tranquillamente andata oltre. Ma mi capitasse ora, certamente non direi di no.

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    1. La ciambella io sono andata a comprarla per mangiarmela mentre leggevo il romanzo... e poi devo dire che è una lettura particolare, ma molto interessante, emozionante.

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