Commento personale all’articolo La vita in rosa. Shocking di Paola Zanuttini

Ho visto e letto diverse polemiche su questo articolo, ormai di qualche giorno fa, ma io preferisco leggere e informarmi prima di dire ciò che penso. Quindi ho recuperato l’articolo, me lo sono letto tutto (e sottolineato) e ora mi sento di esprimere il mio semplice e squisitamente personale pensiero.




Forse sono una voce fuori dal coro, ma sentivo di dover dire la mia. Venerdì 13 luglio, con il quotidiano La Repubblica, è stato pubblicato un articolo, La vita in rosa. Shocking di Paola Zanuttini, in merito al RARE che si è tenuto a Roma il 24 giugno 2018; un articolo che ha destato parecchio clamore.

Premesso che io amo leggere rosa, soprattutto new adult o young adult, non amo però gli “erotici” … Per intenderci, non ho amato Cinquanta sfumature, pur avendoli letti tutti e tre. Sono una delle poche persone che ha trovato questo romanzo noioso.

Leggo romanzi rosa e mi piacciono tanto, non sono andata al RARE e un po’ mi è dispiaciuto, perché amo incontrare le autrici (o gli autori) che leggo. È un modo per dare un volto a delle pagine scritte.

Perché leggo romance? Per rispondere riprendo una frase dell’articolo citato in apertura…

l'elemento dominante resta sempre l’evasione. Una fuga innocua e temporanea dalla noia…

Leggere è una valvola di sfogo, permette di lasciare sul comodino i problemi, le preoccupazioni, i guai, le arrabbiature e puoi dedicarti a sognare. Così come, quando guardo un film (raramente, a dire il vero), voglio ridere come una “scema” o piangere e sospirare d’amore, quando leggo ho voglia di lasciare da parte la routine e sognare, trovare piacere. Un po’ come succedeva da bambina quando mi perdevo nelle fiabe di Grimm, Perrault o Andersen. E, dopo aver sognato un po’, si torna con i piedi per terra, alla quotidianità. La giornalista riporta un commento di una scrittrice di romance che mi trova concorde…

Anche Karina Halle sostiene che il ritorno alla realtà non è troppo duro. Per una semplice ragione: «Chiuso un libro, se ne apre un altro.»

Che male c’è se leggo un romance? Ricordo la prima intervista che ho condotto: avevo avuto la possibilità (come blogger) di intervistare una tra le mie autrici preferite, Anna Premoli. L’occasione si è presentata quando è uscito il suo romanzo È solo una storia d’amore. In quella intervista chiesi alla scrittrice se si fosse accorta di aver scritto un romanzo che aveva il sapore di una apologia del genere rosa e lei mi rispose che non era stato intenzionale, ma, scrivendo, la storia aveva preso quella caratteristica. Poi ha aggiunto che non dovremmo vergognarci di leggere romanzi rosa, considerati da tutti “romanzetti leggeri”, perché è il nostro modo di allentare la presa. Gli uomini si rilassano con lo sport o la PlayStation, noi con una lettura. (Qui potete trovare la mia intervista ad Anna Premoli).

Quindi, fin qui, devo ammettere che l’articolo mi è piaciuto e ha riportato cose vere, esperienze e fatti che avvengono nel mondo dell’editoria. Però… c’è un però, grande quanto una casa, che mi ha infastidito. In realtà sono tre le cose che non mi sono piaciute.

1)      Tutto l’articolo sottolinea che il “rosa” sia letteratura di serie B. E io mi domando: in base a cosa lo si stabilisce? Non posso negare che ci siano in giro romanzi spazzatura, ma ci sono anche tante storie belle, che regalano emozioni. Soprattutto in Italia abbiamo tante ottime scrittrici.

2)     Tra le prime frasi del reportage c’è un paragrafo che ho trovato particolarmente offensivo. Non tanto verso le fan del rosa, quanto nei confronti delle persone religiose. Non si può accomunare la fila al RARE con una “processione”. E comunque, se l’intento era di svilire le fans delle scrittrici, perché non è stato fatto il paragone con le migliaia di persone che “acclamano” i giocatori di calcio?

3)     A un certo punto nell’articolo vengono tirati in ballo i blogger. A parte che sono state nominate due persone che io conosco e stimo (Sara e Karin), ma non capisco quale “errore” abbiano commesso i blogger.



Nella decadenza generale della critica letteraria hanno preso piede i blog. E, nel caso del romance, schifato dai recensori ufficiali, hanno potere di vita e di morte. Alcune blogger diventano anche beta reader



Dunque io mi domando: la decadenza della critica letteraria la fanno i blog con le recensioni? Se la recensione è ben scritta, argomentata e dettagliata, non credo sia un male. E poi, alcune blogger diventano anche beta reader, qual è il problema? Non esistono i beta tester per applicazioni e/o giochi?

Sono entrata da poco nel mondo dei blog. Lo faccio perché amo leggere e tenere traccia di quello che leggo. Ho iniziato a parlare dei libri che leggevo con amici e colleghi e, quando mi è stato suggerito di aprire un blog, l’ho fatto. Reco danno a qualcuno? Non credo, condivido solo la mia idea. Sul web si trovano condivisioni di ogni genere, che male fa parlare di libri?



Termino con una frase dell’articolo:

«In un momento così difficile per l’editoria si continua a non tener in conto il piacere del lettore.» (cit. Laura Donnini)

Quindi ben vengano i libri rosa (quelli scritti bene, di autori che sanno trasmettere emozioni). Io sono a favore dei libri ben scritti, ammetto che c’è tanta spazzatura in giro (e non solo tra i romanzi rosa), ma non mi piace “fare di tutta l’erba un fascio”.

Amo il genere romance, ma non disdegno altri generi, come i thriller, i fantasy o i libri per ragazzi (che mi piacciono da impazzire). Non sono considerata una lettrice di serie A? Beh, pazienza, me ne farò una ragione… e continuerò a leggere ciò che mi piace.

Commenti

  1. Concordo pienamente con quanto hai scritto ��

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  2. Ben detto Manuela, concordo in tutto e per tutto

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  3. ho letto il tuo pezzo in anteprima #gioiedablogger e come sai lo trovo ben scritto ed articolato. condivido il tuo pensiero e sono sempre più convnta di dover scegliere le mie letture solo sulla base del mio piacere personale che siano rosa, gialli, verdi o blu non importa.

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  4. Concordo con tutto quanto, brava Menna

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