Review Tour: L’incantesimo della spada di Amy Harmon



Prima di parlarvi di questa bellissima storia volevo ringraziare Chiara (La lettrice sulle nuvole) per avermi coinvolta in questa avventura e la CE per avermi omaggiato del romanzo.
Con la mia recensione (ALLERTA SPOILER)  si conclude questo tour.


Per questo romanzo è stato organizzato anche un Blog Tour, che piano piano ci ha condotti nella storia e nel mondo creato dalla Harmon. Vi lascio anche il calendario del blog tour per darvi la possibilità di leggere tutte le tappe. 



Autore: Amy Harmon

Titolo: L’incantesimo della spada

Editore: Newton Compton editori

Data di pubblicazione: 5 luglio 2018

Pagine: 384

Il giorno in cui mia madre è stata uccisa, ha detto a mio padre che non avrei mai più pronunciato una sola parola e che, se fossi morta, lui sarebbe morto con me. Predisse anche che il re avrebbe venduto la sua anima e avrebbe ceduto suo figlio al cielo. Da allora mio padre attende di poter avanzare la sua pretesa al trono e aspetta nell'ombra che tutte le parole di mia madre si avverino. Desidera disperatamente diventare re. Io voglio solo essere finalmente libera. Ma la mia libertà richiede una fuga e io sono prigioniera della maledizione di mia madre tanto quanto dell'avidità di mio padre. Non posso parlare o emettere suoni. Non posso impugnare una spada o ingannare un re. In un regno in cui gli incantesimi sono stati banditi, l'unica magia rimasta potrebbe essere l'amore. Ma chi potrebbe mai amare... un uccellino?




L’incantesimo della spada di Amy Harmon è il primo romanzo fantasy scritto da questa autrice molto versatile. Della Harmon avevo letto solo un romanzo precedente, I cento colori del blu, e il suo stile mi aveva affascinato.

«Cosa può insegnare un’allodola a un’aquila?», mi sfidò, e sentii la sfida nella sua stretta e anche nello scintillio del suo sguardo scuro.

Un’aquila non sa cantare.

Era l’unica cosa che mi venne in mente.



L’incantesimo della spada ha tutti gli elementi del fantasy con una bella colorazione romance; la storia d’amore tra re Tiras e Lark è intensa, forte, ma non eccessiva. In questo romanzo è presente la magia, sotto forma di dono. Molte persone sono portatrici di un talento derivante dai quattro poteri primordiali. La Tessitrice, il Mutante, il Guaritore e l’Indovina erano i primi possessori del dono, ma hanno dovuto nascondersi perché visti come un pericolo. Il vivere nascosti ha modificato i vari poteri, li ha anche mescolati. Il potere più grande a mio avviso sta però nelle parole. Una magia tanto grande quanto terrificante. Lark conosce il potere delle parole, lo sa guidare e usare. Altro elemento importante è la lotta di potere, come ogni fantasy che si rispetti. Ci sono due eserciti (del Bene e del Male) che si affrontano in tutti i modi possibili, con battaglie cruente, per la conquista del Potere. Naturalmente la lotta, oltre a vedere i due grandi eserciti (quello di re Tiras e quello dei Volgar) uno contro l’altro, ha tante piccole battaglie in seno al regno. A fronte di un re buono, giusto e onesto, c’è sempre un “consigliere cattivo”, in questo caso il padre di Lark, che vuole diventare re. Lord Corvyn vuole usurpare il trono e cospira contro re Tiras, aiutato da altri consiglieri, malvagi al pari suo, ma che nascondono segreti inconfessabili. L’alleata doppiogiochista, infida, malvagia (ok, si capisce che l’ho odiata da subito?) è Lady Firi.

L’atmosfera che si percepisce ricorda il periodo medioevale, si respira l’aria tipica di questo genere di romanzi.

L’ambientazione, stupenda in questa storia, è composta da vallate, monti come corazze, torrioni, castelli.


Ci si muove nella quotidianità della vita da borgo medioevale. Troviamo nobili, dignitari, consiglieri, soldati, guardia reale, servi e troll.

Lo stile narrativo è affascinante. Ti prende e ti ingloba, tanto che hai difficoltà a posare il libro. Ti trovi a girare le pagine perché “devi sapere” cosa succede. Non ci sono grandi colpi di scena o, meglio, tutto ciò che accade sembra inaspettato, ma in realtà l’autrice aveva già lasciato un sassolino nelle pagine precedenti. Inoltre il fatto che continui a ripetere la “maledizione” di Meshara (la madre di Lark) o la canzone delle fanciulle fa in modo che tutti gli elementi concorrano a risolvere il puzzle. L’unico vero colpo a effetto è in realtà prevedibile già a metà romanzo. Ho trovato però questo non deludente, anzi, quando ho intuito che i miei sospetti erano veri, ho gioito!!! La storia, vissuta dal punto di vista di Lark, con una narrazione soggettiva in prima persona, è coinvolgente, ben costruita e ben legata. Cosa mi è piaciuto? L’Epilogo. Il romanzo si conclude in modo ciclico, le ultime pagine riprendono l’apertura iniziale presente nel Prologo, cosa che fa sorridere con soddisfazione, rende completo e concluso il racconto.

Ho lasciato per ultima la mia analisi dei personaggi. Sono tutti ben delineati, tanto nell’aspetto fisico quanto nelle caratteristiche psicologiche. Chiaramente si vivono nella loro relazione con Lark, quindi alcune caratteristiche le vediamo esplicitarsi piano, nel corso della narrazione, quando l’interazione con la protagonista è maggiore.

Lark. Piccola, grigia e quasi invisibile.
Lark è l’eroina di questa storia. È un’eroina diversa dal solito. Prigioniera prima del padre e poi del re. Vorrebbe essere invisibile, non si sente amata. È timida e schiva… fin quando non capisce che è arrivato il momento di agire. È sempre descritta come scialba e brutta, ma io non l’ho immaginata brutta. L’ho sempre vista come una ragazza delicata, bella (anche se non appariscente). Di animo nobile. Non può parlare, ma può comunicare in un modo speciale con gli altri, specie con il re.

Mi hai scelto perché ti sono utile. Ma io ti ho scelto perché ti desideravo. E volevo soltanto che tu mi amassi.

Re Tiras. Era bello e pericoloso, e lo sapeva.


Re Tiras è un re giusto, nasconde un segreto terribile, è maledetto, ma cerca di fare sempre il suo dovere: proteggere il regno, la città di Jeru. È leale con tutti. Avverte in Lark il potere delle parole.

«Senza il desiderio c’è solo il dovere», sussurrò Tiras, citando a sua volta le mie parole. «Ma a volte il nostro desiderio più grande è fare il nostro dovere».

Kjell. Era l'uomo più irascibile
che avessi mai conosciuto.






Kjell è il personaggio che ho amato e odiato di più. È leale a re Tiras in modo viscerale, ma perché mosso da sentimenti “buoni”. Crede di vedere il nemico in Lark, fin quando poi diverrà suo alleato e sostenitore, solo perché sa che Tiras è legato a lei in modo profondo. Anche Kjell vuole solo proteggere il regno ed è disposto a tutto pur di vedere in salvo il territorio di Degn.

Boojohni è il troll che segue Lark sempre. La protegge, la sostiene, la coccola e la sprona. È il suo unico vero grande amico, confidente, alleato. In un mondo che vuole solo distruggere la piccola regina, Boojohni è la sua ancora di salvezza.


Tutto il libro è pervaso dalla forza delle parole. Siano esse portatrici di gioia, di guarigione o di dolore.

Avevo imparato quanto poteva essere letale una parola.

Un bellissimo romanzo, adatto anche ad un pubblico giovane. È una bella favola. Sono stata felicissima di leggere questa storia, la Harmon non ha deluso le mie aspettative. Adesso attendo il secondo romanzo di questa serie, che all’estero è già uscito con il titolo The Queen and the Cure.

Le immagini che ho usato le ho trovate su Pinterest, sono fan art del romanzo.

Commenti

  1. Anche io ho apprezzato molto i personaggi di Kjell e Boojohni e sono curiosa di leggere il nuovo romanzo

    RispondiElimina
  2. Manu la Harmon è bravissima sono felice che tu abbia amato questo romanzo. Pero adesso devi recuperare anche gli altri suoi libri!

    RispondiElimina
  3. anche a me ha ricordato una favola, ho amato tanto tanto questo libro e sono contenta che sia piaciuto così anche a te

    RispondiElimina
  4. Bellissima storia che era impossibile non apprezzare grazie al talento della Harmon che non ha trascurato nulla per offrirci un ottimo romanzo

    RispondiElimina
  5. Comprato giusto qualche giorno fa. Ora il problema è leggerlo 😆 per il tempo, intendo!

    RispondiElimina

Posta un commento